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Esteri

Guerra in Israele, il politologo Kupchan: “C’è un rischio che non può essere escluso”

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Francesco Spagnolo

Il politologo Kupchan in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ sulla guerra in Israele: “Biden appoggerà Tel Aviv fino in fondo”.

La guerra in Israele porta Biden ad affrontare una secondo conflitto nel suo mandato. Una situazione che, secondo quanto riferito da Kupchan ad un’intervista al Corriere della Sera, porterà diverse critiche al presidente americano. “Non mancheranno gli attacchi – spiega il politologo – anzi alcuni dai repubblicani sono già arrivati“.

Il punto di Kupchan sulla guerra in Israele – Notizie.com – © Ansa

Non è da escludere che, come successo per l’Ucraina, il consenso possa calare – aggiunge Kupchan – ma in ogni caso penso che Biden continuerà ad appoggiare Israele fino alla fine“.

“Esiste il rischio di un conflitto allargato”

Per Kupchan Biden non ha interesse ad intervenire in questa guerra – Notizie.com – © Ansa

Kupchan in questa intervista sottolinea anche il rischio di un conflitto allargato: “Biden non ha nessuna intenzione di entrare in guerra con l’Iran e Teheran lo stesso. Resta un rischio, anche se remoto, da non escludere. La situazione potrebbe sfuggire di mano. Per esempio i combattimenti potrebbero allargarsi agli Hezbollah, che come ben sappiamo sono formazioni dall’Iran“.

E Biden ha lanciato un chiaro messaggio a Teheran inviando nella regione due portaerei. Quale? Quello di non pensare minimamente di entrare in guerra in prima persona“, sottolinea ancora il politologo.

“Ecco come potrebbe attaccare Biden”

Kupchan parla della possibile strategia di Biden – Notizie.com – © Ansa

Kupchan spiega anche quali potrebbero essere gli obiettivi di Biden: “Penso che prima ordinerebbe di colpire le basi da cui sono partiti i missili. Ma non escludo neanche la possibilità d un intervento dell’aviazione americana oppure di un attacco con i portaerei. Non penso, invece, che la Casa Bianca attaccherebbe via terra. Sarebbe una situazione molto pericolosa. Ma ci sono altre insidie che non possiamo sottovalutare“.

“La prima riguarda il fatto che la violenza potrebbe sconvolgere anche la Cisgiordania, dove le proteste dei palestinesi potrebbero trasformarsi anche in scontri con Netanyahu. La seconda è il rischio di tensioni tra arabi e israeliani che abitano nelle stesse città“, conclude il politologo.

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Francesco Spagnolo