I servizi segreti israeliani stanno intensificando le loro ricerche per smantellare la rete del gruppo terroristico palestinese
La caccia è aperta. Ma non da adesso, bensì da almeno due anni. I servizi segreti d’Israele sono al lavoro da diverso tempo per riuscire a sgominare il gruppo terroristico Hamas soprattutto nelle sue figure di alto livello. E da quando è accaduto l’attacco del 7 ottobre che la caccia si è intensificata con alcuni innesti e diverse infiltrazione che da tempo sono dormienti e che proprio in questi giorni si sarebbero attivate. Da giorni ci sono state alcune uccisioni di livello. Nelle ultime ore, l’esercito israeliano sostiene di avere ucciso un alto funzionario della polizia di Hamas durante l’attacco a Gaza. Il nome della vittima sarebbe Ma’taz Eid e il suo ruolo è quello di capo del distretto meridionale della sicurezza nazionale di Hamas, un’organizzazione equivalente alla polizia israeliana, spiegano i media israeliani.
La Striscia di Gaza, ma non solo, in questi giorni è una terra di fuoco. L’inferno per i civili, ma anche per chi cerca di nascondersi. Israele ha comunicato che a breve attaccherà Gaza, anche se per ora non lo, ma prima o poi l’attacco ci sarà. Hamas però prende spunto e avvisa: “Gli abitanti di Gaza sono profondamente radicati e non lasceranno mai il loro territorio. Abbiamo una sola strada, il diritto al ritorno alle nostre terre in tutta la Palestina. Non ci sarà immigrazione da Gaza in Egitto, ringrazio il Cairo per averla impedita. La nostra decisione è restare a Gaza“. A parlare è Ismail Haniyeh, 61 anni, leader indiscusso di Hamas, e pronuncia queste frasi non certo da Gaza, ma a Doha, in Qatar, nell’Emirato del petrolio e di Al Jazeera.
Non sarà facile per Israele uccidere Haniyeh visto che che è a Doha e raggiungerlo non sarà facile. Anzi è impossibile. La sua ultima immagine è tutta in un video dove ci sono l’intero stato maggiore di Hamas. E’ da lì, probabilmente, che ha organizzato tutto l’attacco del 7 ottobre e chissà per quanto tempo lo ha preparato nei minimi dettagli, proprio nel momento in cui, forse, Israele pensava si fosse indebolito. Invece quanto è accaduto dimostra l’esatto contrario.
Ma Israele non si arrende e porta avanti la sua battaglia contro i capi di Hamas. Nelle ultime ore sono stati uccisi due strateghi dell’azione terroristica: Ali Al Qadhi, 37 anni, che era il comandante dell’unità delle forze speciali di Hamas. Un drone avrebbe preso in pieno l’abitazione dove Al Qadhi si era rintanato. Pare fosse stato proprio lui uno dei principali registi dell’attacco del 7 ottobre. Non solo. Secondo quanto riportato nelle ultime ore è stato ammazzato allo stesso modo Murad Abu Murad, uno dei capi dell’aviazione di Hamas, colui che avrebbe guidato da terra l’attacco con i deltaplani killer sul rave party nel deserto. Ma la caccia è appena cominciata. Con una determinazione maggiore rispetto a quando il Mossad aveva cominciato a girare il mondo per cercare i nazisti nel dopoguerra. Ma il ricercato numero uno e capo politico nella Striscia è Yahya Sinwar , mentre l’altro capo da eliminare è il famigerato Mohammed Deif, ma anche qui è molto difficile da trovare e individuare.