Cohen: “Israele è furioso, ma la soluzione restano i due Stati”

Il prossimo premio Pulitzer per l’International Reporting spiega il suo punto di vista sulla situazione in Medio Oriente

Un punto di vista da una persona che conosce bene la guerra e che studia da anni tutto quello che succede in Medio Oriente.Israele è in uno stato di choc estremo. Le persone sono furiose verso Hamas, responsabile di un crimine malvagio, che ha rianimato qualcosa di molto profondo negli ebrei: due millenni di persecuzioni e ovviamente l’Olocausto. Israele doveva essere la terra che avrebbe posto fine a questi pogrom. E d’improvviso scoprono che non lo è. Questo ha sconvolto tutti”, le parole sono di Roger Cohen il prossimo vincitore del Premio Pulitzer per l’International Reporting e sarà premiato nella Low Memorial Library della Columbia University a New York per come ha raccontato e coperto insieme ad altri suoi colleghi la guerra in Ucraina.

Il giornalista
Lo scrittore e giornalista del New York Times Roger Cohen (Ansa Notizie.com)

E’ stato mesi in Ucraina e il suo report ha fatto vedere cose che tanti non sapevano e non avevano mai visto. Ora Cohen è in Israele per guardare da vicino e raccontare quello che sta succedendo. È stato da poco sul luogo del rave, quello del massacro di giovani, dove i terroristi hanno ucciso oltre 250 ragazze e ragazzi. E il suo resoconto fa venire la pelle d’oca: “Quando stai lì, senti ancora tutto quello che è successo. Erano giovani e volevano solo ballare. C’era anche tanta rabbia verso il governo la gente ne percepisce l’incompetenza, la distrazione verso problemi secondari, come la riforma giudiziaria, i coloni della West Bank da difendere in incidenti provocati da loro stessi. Questo non è stato solo il governo più a destra della storia di Israele ma anche il più inetto.

“Bisogna capire come Hamas abbia superato le barriere impenetrabili”

L'attacco
L’attacco che si sta preparando dei carriarmati israeliani a Gaza (Ansa Notizie.com)

Sulla possibile e imminente resa dei conti, Roger Cohen frena un po’, soprattutto per quello che sta succedendo e accadendo in quelle zone: “Adesso non credo ci sarà. Le indagini, la commissione parlamentare d’inchiesta, capire come Hamas abbia superato barriere considerate imprendibili e per 12 ore abbia potuto uccidere a suo piacimento, tutto questo accadrà”.

Ora tanti si chiedono come farà Israele a rispettare gli appelli della comunità internazionale, nonostante la gente stessa che sta vivendo quell’orrore chieda un intervento rapido per mettere la parola fine una volta per tutte, ma non è così semplice. La gente d’Israele, esausta e sfinita per i continui massacri, non ne può più e vorrebbe che questa guerra finisse una volta per tutte e che Hamas venga sconfitto per sempre. “È difficile. Il sangue sta già scorrendo. C’è desiderio di vendetta. Abbiamo ascoltato il linguaggio del ministro della Difesa, che ha parlato di “animali”. Allo stesso tempo, Israele rimane una democrazia, con una popolazione di cui fanno parte dei palestinesi, i cosiddetti “arabo-israeliani”

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