In merito al conflitto che si sta svolgendo in Israele ha espresso il proprio pensiero Dmytro Kuleba. Il ministro degli Esteri ucraino ne ha parlato in una intervista alla “Repubblica”
Non solamente il conflitto in Ucraina, ma anche quello in Israele. Anche se per Dmytro Kuleba la sostanza non cambia affatto. Ovvero che, dietro a tutto questo, c’è un uomo che sta terrorizzando il mondo intero: vale a dire Vladimir Putin. Ne è sicuro il ministro degli Esteri ucraino che ne ha parlato in una lunga intervista che ha rilasciato al quotidiano “La Repubblica“. Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Abbiamo avuto rassicurazioni dal governo americano, presidente Joe Biden incluso.
Il sostegno nei confronti dell’Ucraina contro l’aggressione russa rimarrà una priorità per tutto il mandato. Ucraina e Israele sono due teatri della stessa guerra, perché gli attori dall’altra parte del fronte sono gli stessi. E, sebbene l’Ucraina temporaneamente non sia più nei titoli dei giornali per quanto sta accadendo in Israele, è ancora sulla prima pagina dell’agenda sicurezza internazionale“.
Altro che conflitto passato in secondo piano rispetto a quella che si sta svolgendo anche in Medio Oriente: non la pensa esattamente così Kuleba. Tanto è vero che il ministro è fermamente convinto che, dietro ad Hamas, ci sia l’impronta del numero uno del Cremlino: “Non è questione di prove specifiche, basta vedere chi è interessato allo scoppio di un’altra guerra“.
Poi ha continuato dicendo: “La Russia. Spera così che i nostri alleati siano distratti. E alla Russia fa comodo un’altra crisi di rifugiati in Europa. Infine, Putin è interessato al rafforzamento dell’Iran, il suo alleato più vicino“. Per quanto riguarda il consolidamento dell’asse Russia-Cina-Iran fa sapere: “La Cina, a quanto ne so, non fornisce armi a Putin. Questo ci basta, risponde Kuleba. Sulla visita di Zelensky a Tel Aviv negata dallo Stato ebraico, il ministro degli Esteri ucraino risponde che “non ci sentiamo rifiutati.
Avevamo discusso con loro della visita subito dopo l’attacco di Hamas e ci avevano detto che avremmo dovuto aspettare. Allora nessun leader straniero era atteso a Tel Aviv. Ora la fase è cambiata“. In conclusione si è soffermato a parlare anche del famoso “Piano di pace” in dieci punti. Tanto da confermare che il tanto ed atteso incontro, nel mese di ottobre, si farà.
“La sede però sarà diversa e va definita. Brasile, Cina ed altri Paesi del Global South sono contrari all’idea di istituire un Tribunale speciale sull’aggressione. Per il semplice motivo che non vogliono un’altra Norimberga, Putin e il suo entourage meritano un’altra Norimberga, non c’è dubbio“.