L’ex calciatore lituano, ora allenatore, ha parlato in esclusiva a Notizie.com: “Io privilegiato a giocare con due campioni simili. Roby mi ha fatto crescere anche come uomo, Antonio ha i suoi difetti ma ha sempre parlato in faccia senza pugnalarti alle spalle”
Marius Stankevicius apre il cassetto e tira fuori i ricordi italiani. Insieme a Roberto Baggio nel Brescia, poi alla Sampdoria con Antonio Cassano. Due storie e carriere completamente opposte per tanti versi, finite sulla strada del lituano con due maglie diverse: “Non sono nessuno per giudicare gli altri, io parlo soltanto per quella che è la mia esperienza. Ho avuto la fortuna di giocare con entrambi, in primis con Baggio. Per me in principio era impossibile pensare di giocare con lui, uno dei migliori al mondo”, ha detto in esclusiva a Notizie.com.
“Baggio è stato un esempio tecnico e tattico, ma non solo. Nella mia carriera ho guadagnato tutto grazie al fisico, lavorando bene anche mentalmente, Roby invece aveva una qualità incredibile. A volte mi sentivo il doppio più forte di lui fisicamente, però non contava più nulla contro la sua classe. Era anche un esempio umano, mi ha fatto capire che conta prima di tutto l’uomo. Ho capito che la bravura non conta nulla, ciò che è importante è come ti comporti. È stato un orgoglio lavorarci insieme, mi ha aiutato a diventare l’uomo che sono oggi”.
Il talento “pazzo” è stato Cassano. Si parte dal giubbotto indossato nel giorno della presentazione ufficiale con il Real Madrid. “Quella pelliccia era unica, solo lui poteva averla“, ci scherza su Stankevicius. “Può andar bene se viene in Lituania d’inverno… A Madrid non è stato il massimo (ride, ndr)”. L’ex difensore ha parole lusinghiere anche per lui: “A Madrid ha fatto vedere la sua faccia, non gli è mai fregato niente di apparire come qualcun altro. Ha mostrato subito la sua personalità. Rispetto tanto Cassano, era un altro fenomeno. Qualcuno dice che ha sprecato il talento, ma lui ha scelto di essere così. Forse poteva fare di più? Sì, forse sì, ma nessuno lo saprà mai con precisione. Ha sempre avuto un pregio, quello di dire le cose in faccia. È una cosa bella, perché poi ci sono altri che ti sorridono davanti e poi ti pugnalano alle spalle. Lui non era così, quindi preferisco uno con il suo carattere. Era sincero, non ti parlava mai dietro. Antonio ha i suoi pregi e i suoi difetti, ho imparato tanto anche da lui”.