“Auspichiamo che la sospensione del Trattato di Schengen aiuti a ridurre le minacce e i rischi per la sicurezza e l’ordine pubblico e speriamo che la misura sia limitata al tempo necessario per far fronte all’emergenza”.
Così, Piero De Luca, capogruppo del Pd in Commissione politiche europee alla Camera, commenta la decisione del governo italiano di ripristinare i controlli ai confini con la Slovenia per controllare meglio i flussi migratori della rotta balcanica a causa della minaccia del terrorismo.
“In Parlamento non abbiamo a disposizione elementi per valutare notizie e informazioni, immagino che siano di intelligence e non ancora pubbliche. Ma se i dati in possesso del ministro dell’Interno sono tali da indurre a questa decisione, noi abbiamo fiducia in queste valutazioni e le consideriamo giuste e inevitabili. Lo ha ribadito anche il presidente del Comitato Schengen Graziano Delrio. Il regolamento Schengen consente la sospensione temporanea del Trattati. Auspichiamo che la riapertura dei controlli aiuti a ridurre le minacce e i rischi per l’ordine pubblico e la sicurezza”, commenta De Luca.
De Luca: “Pensare alla sicurezza nazionale”
La minaccia del terrorismo ha messo insieme maggioranza e opposizione: “Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sottolineato che la sospensione di Schengen ha tempi limitati e noi, pur fidandoci delle valutazioni del governo, auspichiamo che lo sia e che in Italia e in altri Paesi venga ripristinata presto la normalità. Sempre Tajani poi, ha chiarito che non dovrebbero esserci rischi di attentati: raccogliamo le valutazioni di prudenza e anche noi crediamo che in questo momento si debba pensare alla sicurezza nazionale”.
Governo e opposizioni sono sulla stessa linea anche della de-escalation in Medio Oriente: “In questo momento il tema è politico e chiediamo al governo, che lo sta già facendo, un impegno nei consessi internazionali e a livello europeo per una de-escalation di violenza militare in Medio Oriente. Oggi il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione per l’apertura anche da subito dei canali umanitari. Pur riconoscendo il diritto di Israele a difendersi, la popolazione palestinese non va confusa con Hamas. Il diritto internazionale umanitario va difeso aprendo i canali. Da qui dipende anche la possibilità che in Italia e in Europa possa abbassarsi il rischio di minaccia grave”, aggiunge De Luca.
