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Cronaca

“Non sapevo fosse illegale”, quello che trovano sul cellulare è assurdo

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Cristiano

“Non sapevo fosse illegale”, così si è giustificato dinanzi agli inquirenti: quello che hanno trovato sul suo cellulare è a dir poco assurdo 

A quanto pare era l’unico a non sapere che avere materiale pedopornografico nel cellulare (ed in qualsiasi altro dispositivo elettronico) è assolutamente proibito. Non solo: nel caso in cui fosse stato scoperto ci sarebbero stati guai non da poco. Una assurda vicenda che vede come protagonista (assolutamente in negativo) un ragazzo di 19 anni dell’Aquila. Si tratta di G.L.M. Quest’ultimo, assistito dal suo avvocato, Giulio Agnelli del Foro della città abruzzese, adesso rischia grosso.

Cellulare (Pixabay Foto) Notizie.com

Ovvero di andare a finire sotto processo con pesanti accuse di detenzione o accesso a materiale pedopornografico. La Polizia Postale dell’Aquila lo ha fatto cadere in trappola nel settembre dello scorso anno. Dopo una serie di attività di monitoraggio sui siti dove vengono scambiate, immesse e scaricate delle immagini dal contenuto sessuale dove ci sono minorenni. Si erano finti possibili acquirenti di questo materiale. Subito hanno notato l’attività fin troppo strana del 19enne.

In primis il suo “Ip” del computer dove gli agenti sono riusciti a risalire facilmente alle generalità del ragazzo ed anche alla sua residenza. Dopo essersi recati fuori l’abitazione del giovane, ad aprire ai poliziotti i sui genitori che non ne sapevano assolutamente nulla di questa storia. Tanto è vero che proprio loro, ancora sotto shock per quello che aveva compiuto il figlio, hanno accompagnato gli inquirenti nella camera che è stata sottoposta a perquisizione.

Aquila, materiale pedopornografico nel cellulare: guai per 19enne

Dopo la perquisizione gli agenti gli hanno sequestrato il cellulare ed altro materiale informatico appartenente al giovane che è stato sottoposto a sequestro. Sono bastati pochi minuti per vedere cosa ci fosse all’interno degli stessi. Subito è partita la contestazione penale. Nel corso delle indagini preliminari il giovane è stato sentito dall’Autorità giudiziaria e ha cercato anche di giustificarsi. Soprattutto quando hanno visto che, all’interno del cellulare, c’erano almeno una decina di foto di minori che avevano rapporti sessuali.

Cellulare (Pixabay Foto) Notizie.com

Una versione che, però, non ha convinto neanche un po’ il pm Guido Cocco. Quest’ultimo ha deciso di proseguire nell’azione penale. Tanto da chiedere al Giudice per l’Udienza Preliminare del Tribunale dell’Aquila, Marco Billi, di mandare a processo il ragazzo. Se ne riparlerà direttamente nei primi giorni del mese di novembre. Nel frattempo le indagini degli investigatori vanno avanti. Possibile (e molto probabile) che questi materiali siano stati scambiati anche con altri soggetti. E’ partita la caccia anche a questi “acquirenti”.

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