Il ministro Tajani in un’intervista a ‘La Nazione’: “Lavoriamo perché si arrivi il prima possibile ad una de-escalation. Purtroppo c’è un grave rischio”.
Sono giorni molto impegnativi per il ministro Tajani tra la guerra in Ucraina e quella in Israele. Contattato da La Nazione, il titolare degli Esteri conferma l’impegno dell’Italia ad arrivare il prima possibile ad un cessate il fuoco perché c’è un rischio che deve essere assolutamente evitato.
“La possibilità di un allargamento del conflitto al Libano è reale – ammette Tajani – e noi stiamo lavorando per fare in modo che questo non accada. Nelle prossime ore sarò in Tunisia anche per convincerli ad avere un ruolo in questo tentativo di pace. Come si arriva ad una de-escalation? Bisogna portare Hezbollah a non lanciare razzi su Israele e Hamas e non alzare il livello dello scontro Inoltre, puntiamo anche alla liberazione degli ostaggi per abbassare la tensione“.
Tajani: “L’Italia può svolgere un ruolo importante”
Stando a quanto detto da Tajani in questa intervista, l’Italia in questa guerra in Israele può svolgere un ruolo importante perché “abbiamo buoni rapporti con i Paesi arabi, che sono a conoscenza del fatto che noi tutti siamo schierati con Israele. Tutti gli incontri che abbiamo fatto sono frutto delle nostre relazioni diplomatiche e in ogni vertice parliamo di pace“.
“Lo abbiamo fatto anche con Israele – precisa ancora il ministro degli Esteri – noi abbiamo chiesto una reazione proporzionata e mi sembra che al momento sia proprio così. Non mi sembra che il razzo sull’ospedale di Gaza sia stato lanciato dal governo di Gerusalemme“.
“I palestinesi non sono Hamas”
Tajani conferma anche la volontà di cercare di aiutare Gaza da parte dell’Italia: “I palestinesi non sono Hamas e noi abbiamo chiesto a Israele di rispettare il diritto internazionale ed evitare un coinvolgimento della popolazione civile. Subito dopo aver sradicato il leader militare, si potrà iniziare a discutere del futuro della Palestina. Ma in questo momento la priorità è che Hamas non spari più su Israele. Due popoli, due Stati? E’ molto difficile anche il nostro obiettivo resta il solito: fare in modo che il dialogo riprenda“.