In merito a quanto riguarda la questione dell’Irpef ha voluto esprimere il proprio pensiero Elbano De Nuccio. Quest’ultimo ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “La Repubblica”
Elbano De Nuccio è stato fin troppo chiaro. Tanto è vero che ha voluto ribadire, il proprio pensiero, anche nell’intervista che ha rilasciato alla “Repubblica“. L’attuale presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti e degli esperti contabili ha precisato che il limite di un intervento spot, a livello fiscale, per l’accorpamento delle aliquote rimane. Anche se, questo tipo di copertura, è limitato. Per il semplice fatto che, per il prossimo anno, dovrà essere riconfermata e rifinanziata in futuro.
Nelle prossime ore si chiuderà il loro congresso nazionale dove si sono soffermati sugli interventi che è pronto ad attuare il governo. Tanti i temi che ha voluto affrontare. In merito all’accorpamento delle prime due aliquote ha precisato: “Si traduce in un risparmio d’imposta di poche decine di euro per i redditi appena superiori a 15 mila euro, fino a un massimo di 260 euro annui per i redditi da 28 mila in su. Un risparmio sui 160 euro annui. Sopra i 50 mila euro viene sterilizzato da quella che di fatto è una franchigia per chi presenta detrazioni“.
Poi ha precisato che la franchigia vale ok per chi la detrae, ma per quanto riguarda gli altri potranno godere di un beneficio importante. Poco importa se dichiareranno più di 50mila euro. A quanto pare i contribuenti saranno quasi 300mila. Sulle agevolazioni fa chiarezza: “Molte di esse sono utilizzate anche se tendono a rappresentare un impegno di spesa. Questo tipo di fondi potranno essere utilizzati per una rimodulazione più profonda delle aliquote ed, allo stesso tempo, cercare di diminuire le tasse“.
In merito a chi è “favorito” in tutto questo ha risposto: “Potrà sembrare assurdo ma gli autonomi sono quelli considerati sfavoriti. Nel caso in cui non vengano ammessi al regime forfettario. I dipendenti ed i pensionati sono quelli che hanno vantaggi maggiori“. In merito alla domanda sul fatto che il tax gap abbia superato i 96 miliardi di euro e sull’evasione fa sapere: “Ci tengo a ribadire che chi evade commette un reato. Basta con questa retorica dell’evasione“.
Poi si “scaglia” contro il segretario della Cgil, Maurizio Landini: “I commercialisti le tasse le pagano e le fanno pagare. Il nostro lavoro non è non farle pagare. Se l’evasione cresce la ragione va ricercata anche in un sistema che non funziona“. In merito a ciò si è parlato anche di soluzione: “Con l’introduzione del concordato preventivo biennale per le pmi e gli autonomi e l’ampliamento della platea ammessa al regime di adempimento collaborativo ci sarà un cambio di paradigma nei controlli“.