Luca Ciriani in un’intervista a ‘Il Messaggero’ ripercorre questo lungo anno al governo: “Abbiamo dimostrato di essere pronti e smentito tanti gufi”.
“Un anno entusiasmante e faticoso“, così Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento ed esponente di FdI, commenta a ‘Il Messaggero’ questi 365 giorni alla guida del Paese. “Abbiamo dimostrato di essere pronti a governare l’Italia – aggiunge uno dei veterani del partito di Giorgia Meloni – e smentito tanti gufi“.
Naturalmente è il momento anche di ripercorrere quanto fatto in questo anno: “Vado fiero delle scelte difficili fatte come cancellare il Superbonus e il Reddito di cittadinanza. Abbiamo deciso di eliminare l’idea di uno Stato che concede tutto gratis. Il mio più grande rimpianto? La voragine lasciata proprio dalla prima misura detta in precedenza. Purtroppo le condizioni economiche non ci hanno permesso di mettere in pratica una parte del programma. E naturalmente metto anche il contesto internazionale complicato“.
Intervista che porta il ministro Ciriani a proiettarsi al futuro: “Il prossimo sarà l’anno delle riforme istituzionali. Non possiamo permetterci di rinviare misure come premierato o autonomia. Con quest’ultima devo precisare che l’unità nazionale non è in pericolo. Il provvedimento significa maggiore responsabilità e dispiace che il Pd rimangi la sua posizione e soprattutto eviti il confronto“.
Da parte dell’esponente di FdI una stoccata anche ad Elly Schlein: “Non possiamo paragonarla alla Meloni. Giorgia è una fuoriclasse e per me inarrivabile. Dico di più: se non fosse diventata premier, nel Pd ci sarebbe ancora un segretario maschio“.
Non poteva mancare un passaggio sulla manovra che Ciriani definisce “responsabile“. “Abbiamo scelto di concentrare tutte le nostre risorse sul taglio del cuneo fiscale e sulla rivalutazione delle pensioni più basse – aggiunge l’esponente di FdI – ora valutiamo un fondo per i gruppi parlamentare per ipotizzare una ‘mini legge di bilancio’ ad inizio anno“.
In conclusione un commento da parte del ministro sulla decisione di non presentare emendamenti in Parlamento: “E’ una scelta condivisa da tutta la maggioranza. Sarà un provvedimento blindato anche se non escludiamo qualche modifica marginale. I sindacati protestano? Sciopero politico e pregiudiziale. Ormai hanno sostituito l’opposizione“.