Il critico e sottosegretario di Stato al ministero della Cultura scrive su Il Giornale i suoi pensieri sul caso della Premier
Un guascone, terribile e farneticante guascone, ma niente più di questo. Andrea Giambruno è stato tremendo, non si è reso conto di quello che faceva e che stava facendo e che, soprattutto, in quale guaio si sarebbe cacciato, poco elegante e, forse, pure poco intelligente, ma nulla di più. Il problema è che qualsiasi altra compagna o moglie l’avrebbe perdonato e ci sarebbe passata sopra, seppur dopo una bella discussione, ma una figura istituzionale e importante e di grande riferimento come Meloni, la presidente del Consiglio, la prima donna Premier della storia italiana, non se lo poteva permettere. Questo il pensiero, l’analisi e quanto scrive Vittorio Sgarbi su Il Giornale su un pezzo che parla di quanto sia stato poco intelligente il buon Giambruno. Il critico e politico, nonostante non abbia mai filtri, è attento a parlare di intelligenza o meno da parte dell’ex “first gentleman“, ma lo fa capire ampiamente.
“Sarebbe stato impensabile, qualche anno fa, un congedo come quello di Giorgia Meloni dal suo compagno, scoperto in flagrante fuori onda da Striscia la notizia, dopo aver condiviso sentimenti e divertimenti, amandosi e giocando con caratteri e gusti inevitabilmente compatibili, anche se con ruoli impari”, scrive Vittorio Sgarbi sul quotidiano di riferimento della famiglia Berlusconi.
Sgarbi cerca di vedere le cose dal punto di vista di Giambruno e poi rimetterle in pubblico, senza tralasciare i commenti e la paralisi che c’è stata sui social riguardo tutta questa storia che ha fatto non solo il giro d’Europa, ma del mondo intero.
“Come credere che lei non ne conoscesse il temperamento e, per scoprirlo, abbia dovuto aspettarne un’esibizione televisiva rubata? Che fino a quel momento Giambruno non si fosse rivelato?“, si chiede Vittorio Sgarbi mentre parla del giornalista che non è tanto un donnaiolo nel senso stretto della parola ma un guascone e come tale deve essere preso, poi può essere o meno condivisibile questa analisi.
Spiega Vittorio Sgarbi sulle colonne de Il Giornale: “Evidentemente il costume è cambiato, e anche i rapporti tradizionali subiscono mutamenti. Con l’uomo, più debole, che viene licenziato platealmente e senza preavviso. Una storia si interrompe per colpi di scena e la sfera privata diventa spazio pubblico, ci riguarda anche se non lo vogliamo. Non ci interessano solo gli atti della presidente del Consiglio, ma anche i sentimenti e le insofferenze che si manifestano attraverso messaggi sui social e agenzie. Giambruno non è stato elegante, ma giocava; e la prima a conoscerlo, e a condividerne il temperamento allegro e guascone, era certamente la sua compagna”.