Carlo Calenda in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ si divide in due: da una parte difende il premier per il caso Giambruno, dall’altro lo attacca politicamente.
E’ un Carlo Calenda che va in difesa del premier sul caso Giambruno. Il leader di Azione in un’intervista al Corriere della Sera ribadisce quanto detto sui social nei giorni scorsi: “Posso dire che i fuorionda sono al limite dell’etica professionale. Sono una sconcezza. Diciamo che io sono stato sempre contrario alla loro pubblicazione e in questo caso si danneggia l’immagine del presidente del Consiglio. Non mi sono piaciute neanche le foto apparse sui media di Giambruno con la figlia. Stiamo parlando di una bambina di sette anni, basta“.
E sul comportamento del premier Meloni su questa vicenda Calenda non ha dubbi: “Penso che abbia risposto molto bene e da parte mia c’è la massima solidarietà. Ho quattro figli e comprendo la sua preoccupazione per la bambina, che è comunque in grado di leggere e capire le cose“.
L’attacco al governo
Ma quando si parla di politica, Calenda ritorna a criticare il premier e il governo: “Io sono sempre stato oggettivo. In alcune occasioni ho difeso il governo, ma devo dire che, esclusi il Superbonus, la legge di Bilancio e la posizione sulla guerra in Ucraina, il lavoro del governo si più descrivere con una sola parola: il nulla“.
E poi spiega anche il perché: “Sulla giustizia e sulla scuola non hanno fatto nulla, il Pnrr è ancora fermo, l’immigrazione sta aumentando. E’ un governo che parla tanto, cerca di dividere il Paese e questo è un atto gravissimo. Senza parlare della manovra. Hanno deciso di tagliare 14 miliardi di tasse in deficit esponendo l’Italia a possibili attacchi finanziari“.
“Ecco il mio consiglio al premier Meloni”
In conclusione di questa intervista da parte di Calenda un consiglio al premier Meloni: “Gli direi di abbandonare i toni persecutori e aggressivi e, quindi, basta attacchi a tutti perché in questo modo si dà solo un senso di grande impotenza. La verità è che rischiamo di attraversare un momento molto duro e di farlo con un governo inadeguato. Ad oggi l’Italia non è in sicurezza“.