Il ministro Roccella in un’intervista a ‘Il Tempo’: “Noi abbiamo rimesso al centro famiglia, genitorialità, maternità e natalità”.
Nella giornata di ieri al teatro Brancaccio la maggioranza ha festeggiato l’anno di governo, a margine di questo evento, il ministro Roccella ha rilasciato un’intervista a Il Tempo. Diversi i temi affrontati con la titolare della Famiglia che ha svelato la parola chiave dell’esecutivo.
“La parola chiave è scelta – ha sottolineato il ministro – il governo Meloni si è trovato ad affrontare un quadro internazionale difficilissimo, con pesanti ricadute economiche a cominciare dal caro energia. Ci siamo trovati davanti a due strade: distribuire piccoli oboli oppure avere il coraggio di fare scelte che possono essere considerati anche impopolari. Noi abbiamo deciso di scegliere dandoci alcune priorità, portandole avanti ed è stato proprio il presidente del Consiglio a spiegarle agli italiani“.
In questa intervista il ministro Roccella si è anche soffermato sul suo ruolo: “Significa battersi per restituire agli italiani alcune parole che erano state bandite. Siamo riusciti a mettere al centro termini come famiglia, genitorialità, maternità e natalità. Questo significa essere riusciti a creare un clima accogliente e un’organizzazione funzionale, a partire dai servizi e dal mondo del lavoro“.
“Vogliamo rendere libere le persone di fare i figli che desiderano – ha aggiunto la titolare delle Famiglie – e significa fare tutto questo in un modo assolutamente nuovo e dando delle risposte alle esigenze della contemporaneità“.
Il ministro Roccella si è soffermato anche sull’opposizione: “E’ vero che ci sono delle divergenze all’interno della sinistra, ma noi non possiamo permetterci di rilassarci. Perché il confronto non va mai sottovalutato e, soprattutto, non possiamo permetterci di non prendere in considerazione il giudizio degli italiani“.
Un passaggio per la titolare della Famiglia sulle contestazioni durante la presentazione del suo libro: “Se si fosse trattato una semplice protesta, non ci sarebbe stato alcun problema. La cosa più grave è che mi è stato impedito di parlare. Di certo in Italia c’è un impoverimento del dibattito pubblico. Non c’è più curiosità per le idee dell’avversario. Ormai tutto si riduce ad un pregiudizio espresso con un post o un titolo. Ma anche a questo non intendiamo assuefarci“.