Il famoso storico che più di tanti altri conosce la questione israeliano-palestinese spiega: “Ha dato forza ai fanatici e questo non verrà perdonato”
Uno scontro che non ha fine e difficilmente l’avrà mai. Tra Israele e Palestina va avanti da tanti, troppi anni e la situazione mai cambierà a meno che non si vada verso i due stati per davvero, ma il responsabile di tutto questo ha un volto, un nome e un cognome. “Credo che sia la fine politica per Benjamin Netanyahu e per il suo governo. Dopo lo smacco del 7 ottobre e il terribile massacro di civili israeliani perpetrato da Hamas con tanta facilità, non credo proprio che potranno restare al loro posto. Bibi ha perso credibilità anche tra i suoi elettori più fedeli. La questione è quando avverrà e ciò dipende da come andrà questa guerra”. A parlare così è Benny Morris, uno degli storici più importanti al mondo e uno dei più noti studiosi del conflitto israelo-palestinese, tanto che sui suoi libri si trova ogni cosa anzi per certi versi sembra quasi anticipassero cose che stanno accadendo in questi giorni.
Molti si chiedono se sia il caso che Netanyahu lascia il governo anche in questo momento mentre c’è il conflitto, ma su questo argomento Morris non è d’accordo: “Adesso no, ma appena la guerra sarà finita ci saranno immense manifestazioni per le sue dimissioni, anche di attivisti del Likud per scacciare questo esecutivo incompetente che non aveva compreso il pericolo e la forza di Hamas“.
Uno scontro profondo e mai visto quello che c’è tra i laici e religiosi del paese d’Israele. Una situazione pesante che sta crescendo e che presto potrebbe costringere a cambiare le sorti e il volto dello stesso paese, anche su questo Morris non ha dubbi: “E’ vero, c’è uno scontro politico, culturale, sociale e identitario profondissimo e credo che resterà nel futuro. Ci sono questioni irrisolte e laceranti. Gli estremisti nazionalisti e i religiosi messianici non spariranno. Comunque, quest’ultimo governo che rappresentava le forze dell’oscurantismo fanatico e illiberale dovrà sparire e sarà una vittoria per la democrazia, almeno per un certo periodo“.
All’interno del paese, la popolarità di Bibi Netanyahu è talmente bassa che seppur dovesse battere per sempre Hamas (e non sembra il caso), il suo destino all’interno del posto di comando non cambierà sicuramente: “Certamente ci proverà. Ma non credo verrà perdonato. Resta il problema ostaggi. Gaza sarà uno scontro complicato e lui sarà alla sbarra, non potrà uscirne”.