Sigfrido Ranucci in un’intervista a ‘La Stampa’ si difende dalle accuse arrivate da Forza Italia e rilancia: “Devono ringraziarci”
Sigfrido Ranucci nel mirino di Forza Italia dopo un’inchiesta di Report. Il giornalista, però, questa volta ha deciso di difendersi dalle accuse in un’intervista a La Stampa: “Noi se abbiamo le notizie le mandiamo, la cosa che ci interessa è l’interesse pubblico. Vi posso assicurare che su questa vicenda le nostri fonte sono tutte interne al partito. Ci siamo basati sui bilanci“.
“Per quanto riguarda la questione dei lasciti a Fascina e dell’Utri, è tutto scritto nelle carte giudiziarie. E per la prima volta un ex dirigente di Fininvest e tesoriere di Forza Italia ammette che il ruolo di Mangano ad Arcore non è assolutamente quello di stalliere. Il testamento colombiano? Ho detto che noi non crediamo a quella storia. Più che accusarci, Gasparri e la famiglia Berlusconi devono ringraziarci per aver sventato una vera e propria truffa“, ha sottolineato Ranucci.
Ranucci si è detto anche pronto ad andare in Vigilanza per una audizione: “Se ci chiameranno, saremo presenti. Non è di certo compito loro giudicare la qualità di un’inchiesta giornalistica e stabilire se abbiamo parlato del vero. Non riesco a capire le regole che abbiamo violato”.
“Per quanto riguarda la questione delle elezioni suppletive, anche in questo caso non c’è nessun problema. Siamo una trasmissione nazionale e da parte nostra non c’è stato nessun riferimento ai candidati di Monza. Tra l’altro Galliani ha vinto e quindi gli abbiamo portato bene“, ha aggiunto il conduttore di Report.
In questa intervista Ranucci ha anche respinto le accuse di chi lo vuole contro la destra: “In realtà noi abbiamo sempre fatto inchieste su chi guida il Paese senza guardare al colore. In epoca Covid abbiamo toccato esponenti di centrosinistra come l’ex ministro Speranza oppure il presidente De Luca“.
Un passaggio per Ranucci anche sull’aggressività della politica su questi temi: “Noi la percepiamo attraverso querele. Per esempio abbiamo già ricevuto quella dal ministro Urso e dall’ex compagno della Santanché. Ma anche una diffida da Sgarbi e una richiesta di risarcimento dal figlio di La Russa. Non so in quale altro Paese succede qualcosa di simile“.