Dramma per il corrispondente a Gaza e direttore dell’ufficio di Al Jazeera che mentre è in diretta scopre della strage dei suoi cari
Lo sterminio della propria famiglia vissuta in diretta tv. Un dramma. E immagini strazianti che stanno facendo il giro del mondo e toccano il cuore di tutti. E’ la tragica storia di Wael Dahdouh, il corrispondente da Gaza di Al Jazeera, è palestinese ed è uno dei giornalisti più famosi e conosciuti in Medio Oriente. Era in diretta Dahdouh e come ogni giorno stava raccontando quello che succede quotidianamente a Gaza e dell’ennesimo raid israeliano, quando all’improvviso si blocca, come se fosse morto, resta fermo, sguardo nel vuoto e rimane impassibile, gelato, con la morte nel cuore e gli occhi lucidi. Da qualche istante ha scoperto che la moglie e i due figli minorenni, di 15 e 6 anni, sono morti dopo essere stati colpiti da un raid israeliano. Tutto in diretta tv.
In studio c’è un silenzio pazzesco, qualcuno dice qualcosa, poi è lui che riprende la parola e pare abbia detto “scusate e perdonatemi, devo andare“. All’improvviso anche gli altri colleghi vicino a lui si fermano e lo seguono e tutto in diretta. Tutte le televisioni si collegano e seguono Wael Dahdouh e la sua disperazione. Un carrozzone di dolore, con telecamere e cellullari accesi che seguono ogni singolo secondo del povero giornalista fino all’ospedale. Le strazianti immagini fanno immediatamente il giro dei social media. La notizia che ha ricevuto Wael Dahdouh è il dolore che provano tutti.
Una notizia a cui nessuno vuole credere. E che ha colpito tutti. Wael Dahdouh che piange in diretta, si dispera e non sa cosa fare e dove andare. Da giorni stava seguendo per i telespettatori l’aggressione israeliana alla Striscia. Mai avrebbe pensato a una cosa del genere. Mai avrebbe immaginato di dover vivere una scena simile. Lui che ogni giorno da almeno due settimane racconta le tragedie e i drammi di tante famiglie che perdono i loro cari, stavolta è la sua di famiglia che viene distrutta. Cancellata in un secondo. E non si dà pace.
L’attacco israeliano ha preso in pieno una delle abitazioni nel campo profughi di Nuseirat, proprio dove i familiari del giornalista si erano rifugiato e vivevano temporaneamente dopo che erano andati via dalla propria casa del nord della Striscia. Era stato proprio il governo d’Israele a dire che dovevano andare via, e così hanno fatto. Ma dove sono andati hanno trovato la morte. Il figlio di 15 anni, Mahmoud, avrebbe voluto diventare un reporter, proprio come il suo papà che cercava di vedere ogni giorni in tv.
Totalmente sotto shock, Dahdouh, il giornalista che in diretta ad Al Jazeera ha detto testuale: “Quello che è successo è chiaro, si tratta di una serie di attacchi mirati contro bambini, donne e civili. Stavo giusto riferendo da Yarmouk di un simile attacco, e i raid israeliani hanno preso di mira molte aree, incluso Nuseirat. Avevamo i nostri dubbi che l’occupazione israeliana non avrebbe lasciato andare queste persone senza punirle. E purtroppo è quello che è successo“.
I colleghi di Wael Dahdouh, non solo quelli di Al Jazeera, non riescono a credere a quello che hanno appena visto. Una delle sue giornaliste, essendo lui anche il capo e direttore dell’ufficio di Al Jazeera a Gaza, ha spiegato in lacrime: “Lui calma sempre tutti. Ci dice di prenderci cura delle nostre famiglie e parla con noi come se fosse un fratello maggiore, non solo come un capoufficio o direttore. È straziante vederlo raccontare della sua famiglia di Wael e vedere quanto sia distrutto. Non ha lasciato Gaza. È rimasto lì, nonostante tutte le minacce e gli avvertimenti, e non si è fermato per 19 giorni”. Una storia che ha commosso tutto il mondo, anche redazioni importanti come quella del New York Times che per diverse ore ha tenuto sull’homepage principale la foto di Wael che tiene in braccio la proprio figlia morta e lui che la porta fuori in braccio anche per far vedere la disperazione che c’è a Gaza.