Utilizzavano il volto della Meloni realizzando dei filmati porno, sono finiti nei guai padre e figlio: gli ultimi aggiornamenti
Una vicenda che arriva direttamente da Sassari e che vede protagonisti (assolutamente in negativo) padre e figlio. Rispettivamente di 73 e 40 anni. Secondo quanto riportato da alcune fonti locali pare che i due siano finiti a processo, al Tribunale della città sarda, per aver pubblicato, su un sito pornografico americano, dei video contraffatti. Non è affatto finita qui visto che, come volto, hanno utilizzato quello della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
A difendere i due l’avvocatessa Maria Giulia Marongiu. Le accuse, che arrivano direttamente dalla Procura di Sassari, nei confronti di padre e figlio sono inevitabilmente gravi. Si parla di diffamazione nei confronti della premier. Il procedimento si è aperto nella giornata di lunedì 23 ottobre. La stessa Meloni, infatti, ha deciso di costituirsi parte civile. In merito a questa vicenda sono state avviate le indagini da parte della Polizia postale di Sassari.
Sassari, contraffavano video porno con volto Meloni: a processo padre e figlio
L’autore di tutto questo sarebbe il figlio. Il padre, invece, è stato citato a giudizio visto che è il titolare dell’utenza telefonica utilizzata per la pubblicazione del filmato. A far partire l’allarme una segnalazione giunta da Roma. Una indagine che, a dire il vero, era partita nel 2020. Ovvero quando la numero uno di Fratelli d’Italia doveva ancora assumere il ruolo di premier. Solamente tramite al suo nickname (utilizzato sul sito internet), gli agenti hanno potuto risalire all’utenza telefonica da dove erano partiti i dati.
Di conseguenza erano riusciti ad identificare gli autori del filmato. Nel corso dell’indagine era stato perquisito anche l’appartamento del figlio. Lo stesso che aveva modificato dei filmati pornografici. Tramite l’utilizzo di alcuni software specifici per la manipolazione grafica dei filmati. Con tanto di volto della premier sui corpi delle attrici. I video in questione rimasero per alcuni mesi nel sito. Per l’accusa si tratta di “pubblicazioni di spiccata volgarità“.
Raccolsero milioni di visualizzazioni in tutto il mondo. Per quanto riguarda il vero e proprio processo si entrerà nel vivo solamente a partire dal mese di marzo del prossimo anno, per quanto riguarda la fase dibattimentale.