Ancora una volta e proprio nel giorno del ricordo dell’assassinio di Vincenzo Paparelli è apparsa una scritta vergognosa
Ancora una volta il nome di Vincenzo Paparelli è stato infangato, deturpato e violentato con odio, superficialità e violenza. Nel giorno del ricordo dell’assassinio di Vincenzo Paparelli, ucciso il 28 ottobre del 1979 da un razzo sparato dalla Curva Sud, al Verano, come ormai succede ogni anno sono apparse delle scritte infamanti e vergognose nei confronti del povero Vincenzo. “28 ottobre, come disse Paparelli si fida ciecamente”, la scritta apparsa nella mattinata e già cancellata.
Sconvolto, amareggiato, un po’ rassegnato e tanto tanto arrabbiato Gabriele Paparelli che all’ennesima scritta contro il papà e proprio nel giorno del ricordo, proprio non riesce a capacitarsi di così tanto odio e di così tanta violenza e a Notizie.com parla e si sfoga: “Questa mattina mi sono svegliato e alzato con la solita tristezza nel cuore come ogni anno. E’ un giorno non dimentico e che mi lascia sempre scosso, anche se per fortuna vengo ricoperto dall’affetto della gente, e non solo oggi che 28 ma sempre e su questo faccio affidamento, certo quelle scritte mi fanno arrabbiare e mi sconvolgono”.
Gabriele Paparelli prova a cercare delle spiegazioni ma non ci sono e non ci riesce: “Sul solito muro del Verano sono apparse quelle scritte vergognose che mi lasciano senza parole non so perché lo fanno, so solo che mi rovina la giornata per l’ennesimo anno. Questa mattina era molto sereno, mi sentivo bene e ho parlato con diversi esponenti del mondo Lazio che si fanno sempre sentire. Purtroppo la mamma dell’imbecille è sempre incinta”
Ogni anno è lui che va a cancellare ma stavolta sono andati alcuni ragazzi che, appena le immagini si sono diffuse sui social, sono subito andati lì con la vernice e hanno cancellato ogni traccia di quella scritta vergognosa. “In tutto questo vorrei tanto sapere perché la Roma non dice nulla, non fa nulla e resta in silenzio. Non è più ammissibile leggere certi insulti dopo quarantaquattro anni. E’ arrivato il momento che vengano presi dei provvedimenti seri con la Società Roma, con le autorità che si devono schierare in prima fila per debellare questo fenomeno. Se c’è una una scritta del genere mostrata allo stadio porta al Daspo per il tifoso, perché non vale lo stesso principio anche fuori”.