Premierato, stop a senatori a vita, no a ribaltoni. Il centrodestra di governo, ha aperto la settimana politica all’insegna della ritrovata compattezza . Venerdì in Cdm arriva infatti l’intero pacchetto sulle Riforme, ma intanto è stata bollinata dalla Ragioneria di Stato la manovra di Bilancio per il 2024. Nessuna traccia di pignoramenti forzosi
La settimana politica si era chiusa all’insegna delle divisioni interne alla maggioranza di governo.
La manovra di Bilancio per il 2024 non arrivava in Parlamento e le opposizioni cavalcavano il momento. Forza Italia e Lega invece, minavano gli equilibri della coalizione spingendo su pensioni e sulla ferma volontà di togliere dalla manovra i prelievi forzosi sui conto correnti degli italiani. Poi passa il fine settimana e il premier Meloni presiede una doppia riunione: quella che sblocca l’intesa sulla Legge di Bilancio, quella per portare l’intero pacchetto sulle Riforme al Consiglio dei ministri di venerdì prossimo. Meloni incassa dunque l’appoggio degli alleati, e pure quello del partito di Matteo Renzi. Unico tra le forze di opposizione ad appoggiare la proposta di premierato. Il presidente del Consiglio ottiene l’ok anche sullo stop ai senatori a vita e sulla norma definita anti-ribaltone. Ed ecco come l’intesa è stata commentata dai due vicepremier. Matteo Salvini sui social, “Niente governi tecnici, ribaltoni, cambi di maggioranze e partiti al governo, niente nomine di nuovi senatori a vita. Il voto degli italiani ora conterà finalmente di più”. Queste invece le parole di Antonio Tajani, “Siamo d’accordo sul testo che andrà in Cdm.” “Abbiamo condiviso tutto il contenuto che ci è stato proposto, penso che questa settimana il Cdm approverà il disegno di legge che poi inizierà il suo iter”, ha invece assicurato Maurizio Lupi capo politico di Noi moderati.
L’incarico dei senatori a vita resta dunque a disposizione degli ex capi di Stato, mentre in caso di caduta del premier eletto, si tornerà alle urne solo davanti a diversi tentativi di riproporre la maggioranza. Questo prevederebbe la norma anti-ribaltone. Come detto, la questione pacchetto Riforme e l’elezione diretta del premier, non ha trovato il sostegno (come era previsto) delle forze di opposizione, Fatta eccezione per Italia Viva. L’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha infatti così commentato i fatti “Siamo alternativi alla maggioranza sovranista di Salvini e Meloni e siamo alternativi alla minoranza populista di Conte e Schlein”, premette l’ex rottamatore Dem che poi ‘apre: “Se però la Meloni porta la riforma costituzionale con l’elezione diretta del premier, noi ci siamo“. Nella bozza che approderà venerdì in Cdm, per poi giungere in Parlamento fronte Camera, essendo il Senato impegnato sull’Autonomia, solo un accenno alla legge elettorale: premio di maggioranza al 55%.
Tornando invece alla Manovra 2024. Il testo è stato bollinato dalla Ragioneria di Stato, superate le distanze e le frizioni, tutte interne alla maggioranza, che si erano consumate fino alla scorsa domenica. Testo autorizzato ad essere trasmesso in Parlamento dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il dibattito parte dal Senato, dove ci incontreranno gli scogli maggiori. Mentre alla Camera la manovra arriverà, come si dice, blindata. Ma cosa contiene e cosa invece non è previsto nel testo? Sì all ‘aumento dal 21 al 26% dell’aliquota sulla cedolare secca per gli affitti brevi solo “in caso di destinazione alla locazione breve di più di un appartamento per ciascun periodo d’imposta”; aliquota agevolata per pannolini, latte in polvere, assorbenti. Ma si passerà dal 5 al 10% nel 2024. Nessun riferimento in manovra a ‘pignoramenti’ con la possibilità di ulteriori passaggi prima di procedere al “recupero coattivo”.
Sul fronte tax credit e tagli al Fondo per il cinema, prevista dall’articolo 14 l’agevolazione al 40%, ma viene anche inserita la possibilità di “prevedere aliquote diverse” o di “escludere l’accesso al credito d’imposta” per determinate imprese o gruppi di imprese mentre non appare alcun riferimento al tetto per il credito d’imposta “riferibile al compenso attribuito al singolo soggetto in qualità di regista, sceneggiatore, attore e altra figura professionale”. Arriva a a 821,7 milioni di euro il taglio previsto per il 2024 nelle dotazioni finanziarie delle spese per i ministeri.