In una intervista che ha rilasciato al ‘Corriere della Sera’ è intervenuto l’esponente del Partito Democratico, Dario Parrini. Quest’ultimo non le ha mandate a dire a Matteo Renzi
Dario Parrini non ci sta e prova a fare chiarezza in merito alla ‘Riforma Casellati‘. Ne ha parlato in una lunga intervista al ‘Corriere della Sera‘ dove ha voluto fare il punto della situazione. Tanto è vero che ha parlato di “stravolgimento della Costituzione“. Queste sono alcune delle sue parole: “E’ la liquidazione della forma di governo parlamentare perché non solo azzoppa il Capo dello Stato, ma mette la vita del Parlamento nelle mani del Premier. Proprio come avviene nei Consigli comunali“.
Un qualcosa che piace proprio all’ex segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi. Proprio su quest’ultimo ha voluto esprimere un pensiero non proprio carino: “Quando fece la riforma del 2016 si guardò bene dal prevedere l’elezione diretta del premier. Tutte queste obiezioni gli vennero fatte e lui le accolse“. Allo stesso tempo, però, i poteri del capo dello Stato resterebbero invariati. Tutto questo per Parrini sa solamente di una presa in giro.
Per il piddino non ci sono dubbi: tutto questo va a stravolgere completamente la Costituzione. In particolar modo va a modificare l’equilibrio tra il presidente della Repubblica ed il premier. “Oggi nella nostra Costituzione il capo dello Stato è un organo moderatore visto che ha una investitura uguale a quella del capo del governo. Entrambi, infatti, sono eletti dal Parlamento. Anche se il capo dello Stato ha una investitura molto più ampia visto che è il premier a ricevere la fiducia anche da una maggioranza semplice“.
Una riforma che, per lo stesso Parrini, non tende assolutamente a salvare niente. “Se è come dicono che l’elezione diretta del premier avviene a turno unico ci troviamo nella fascia di massimo pericolo. Visto che, in questo modo, si va ad affidare al premier un potere enorme. Senza che nessuno abbia nemmeno la maggioranza assoluta dei consensi“.
In conclusione: “Stiamo parlando di un premierato all’italiana. Ci sarà una ragione se in nessuna Repubblica parlamentare al mondo c’è l’elezione del premier. Con questa riforma avremmo una Repubblica dove il premier fa da padrone al Parlamento ed al capo dello Stato“.