Blitz nella notte da parte dei carabinieri. Diverse le persone finite in manette e le accuse nei loro confronti sono molto pesanti. Ecco i dettagli.
Non si fermano i controlli e gli arresti a Caivano. A distanza ormai di due settimane dallo scioglimento della giunta comunale per infiltrazioni mafiose, nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre i militari hanno effettuato un nuovo blitz. Questa volta in manette sono finite 18 persone e tra loro, secondo quanto riferito da RaiNews, ci sarebbe anche Angelino Antonio, considerato il numero uno del gruppo camorristico che opera in questa zona.
Le accuse nei loro confronti sono quelle di associazione di tipo mafioso, estorsioni aggravate dal metodo mafioso e reati contro la Pubblica Amministrazione. Da sottolineare, inoltre, che nove delle persone coinvolte in quest’ultimo blitz erano già state fermate lo sorso 10 ottobre in un’altra operazione che aveva compreso anche delle numerose perquisizioni.
L’indagine è stata condotta dai carabinieri ed è andata avanti per diversi mesi. Nel mirino degli inquirenti, coordinati dall’Antimafia, sono finiti i legami tra camorra, amministrazione comunali e alcuni uffici tra novembre dello scorso anno e luglio di questo. In particolare, secondo quanto scoperto dagli investigatori, i dipendenti pubblici in diverse occasioni hanno ricoperto il ruolo di intermediari tra imprenditori e camorristi nella richiesta del pagamento delle estorsioni.
Inoltre, gli imprenditori in questo ultimo anno sarebbero riusciti ad ottenere degli appalti tramite la corruzione di politici e di dirigenti comunali. Da qui la decisione di far scattare il blitz e fermare queste 18 persone. Le indagini, comunque, proseguono e non si escludono altri fermi nei prossimi giorni.
Ma chi sono i fermati? Tra i nomi, come detto in precedenza, c’è Angelino Antonio, considerato dagli inquirenti il numero uno della cosca camorristica di Caivano. In manette, però, sono finiti anche sei imprenditori. L’accusa è quella di aver corrotto sia politici che dipendenti del comune per riuscire a vincere degli appalti pubblici. Per loro si è deciso una misura cautelare ai domiciliari.