A parlare è uno studioso scozzese che paragona il conflitto in Medio Oriente in un momento di grande instabilità, assai simile a quello del secondo conflitto mondiale
Un odio che cresce e non si ferma anzi si alimenta e si trasforma in qualcosa che mette paura. E’ l’antisemitismo, un crescente e violento odio nei confronti di persone di religione ebraica. Basta vedere non solo quello che è successo il 7 ottobre, ma anche quello che sta avvenendo nel mondo come la caccia all’ebreo in Daghestan all’aeroporto, immagini che hanno sconvolto e che hanno fatto il giro del mondo. Per non parlare delle stelle di David che sono comparse sulle case di alcune persone in Francia. Una cosa orribile. E a parlare e conoscere bene la materia è Niall Ferguson uno storico scozzese che avvisa: “I pogrom sono tornati in molte forme. Quello di Hamas il 7 ottobre scorso è stato un pogrom”.
Ferguson è chiaro e non capisce perché ancora nessuno si accorge di quello che sta succedendo: “Purtroppo non mi sorprende che l’antisemitismo sia tornato violentemente, sotto molteplici spoglie. Certo, il Daghestan è una repubblica russa a maggioranza musulmana, islamista e a tratti antisemita. Ma anche in altre parti del mondo, l’islamismo antisemita unisce elementi dell’estrema sinistra e dell’estrema destra. Da storico, oggi vedo tutti i sintomi delle patologie del XX secolo. Tra queste, il ritorno di ideologie estreme, tra cui l’antisemitismo, che fu la più letale perché portò all’Olocausto“.
“La minaccia di Hamas e di altri terroristi può portare a un secondo Olocausto”
In tutto questo l’Occidente secondo Ferguson potrebbe avere una parte importante, anche perché quanto è successo durante la seconda guerra mondiale è ancora vivo, ma per quello che sta avvenendo, sembra quasi che pochi se ne rendano conto: “Dobbiamo renderci conto che la minaccia posta da Hamas e altri gruppi terroristici implica un possibile secondo Olocausto. E lo vediamo con le frasi antisemite che vengono ripetute impunemente oramai anche nelle nostre piazze occidentali, durante le manifestazioni pro-Palestina: come in Inghilterra quando tra la folla risuona il coro “Palestina, dal fiume al mare”