La telefonata fake al premier Meloni, da parte di due comici russi, nella quale il premier affronta temi di politica internazionale, come la questione migranti e la guerra in Ucraina, ha scatenato le reazioni e la condanna di quasi tutti i partiti di opposizione. Fatta eccezione per Azione di carlo Calenda
“Scherza coi fanti, ma lascia stare i santi”. Evidentemente i comici in Russia hanno poca dimestichezza coi proverbi e poco rispetto delle credenze cattoliche.
E così nel giorno di Ognissanti, il premier Meloni viene tratta in inganno da un falso presidente dell’Unione africana. Secondo fonti di governo il presidente del Consiglio sarebbe infatti stata contattata da un personaggio che è riuscito a spacciarsi, attraverso l’ufficio diplomatico di Palazzo Chigi, come presidente dell’Unione Africana appunto, che in realtà si scopre poi essere un comico russo considerato vicino ad ambienti dell’intelligence di Mosca. Meloni durante la telefonata parla col suo interlocutore. Migranti, rapporti coi leader Ue, la guerra in Ucraina. Insomma, vengono toccati nel colloquio diversi dossier internazionali. L’eco dello scherzo diventa inevitabilmente virale, e tutti i partiti politici o quasi, commentano la telefonata fake. In primis però va registrata la “difesa”- ricostruzione di Palazzo Chigi.
“La finta telefonata e’ opera di due comici russi, Vovan (Vladimir Kuznetsov) e Lexus (Alexey Stolyarov), uno dei quali si finge un “politico africano”. Durante la conversazione Meloni tratta in primo luogo il tema dell’immigrazione. “La situazione e’ molto difficile per noi, dall’inizio dell’anno abbiamo avuto circa 120mila arrivi, per la maggior parte dalla Tunisia”, dice la premier nella registrazione della telefonata diffusa da alcune piattaforme. “Un flusso che dovrebbe aumentare per la situazione in Africa, in Sahel, e per il problema dell’Ucraina”. “Quello che non capiscono in Europa e’ che non e’ possibile che il problema sia risolto solo dall’Italia. La dimensione del fenomeno coinvolge, nella mia opinione, non solo l’Unione europea ma anche le Nazioni Unite. Il problema e’ che agli altri non interessa, non rispondono al telefono. Tutti credono che l’Italia debba risolvere questo problema da sola”, aggiunge. “Posso chiederle una cosa che rimanga tra noi, pensa che quello che sta succedendo in Niger sia contro la Francia?”, chiede Meloni. “Io vedo che la Francia sta premendo per una sorta di intervento. Io sto cercando di capire come possiamo sostenere uno sforzo diplomatico”.
“Il problema e’ che per noi e’ impossibile integrare questi migranti, osserva poi Meloni. “L’Ue lo comprende nelle conclusioni del consiglio europeo e nelle parole di Ursula von der Leyen ma poi quando chiedi loro di stanziare i soldi per investire in questi Paesi tutto diventa piu’ difficile, per dire la verita’. Questo vale anche per quanto riguarda il memorandum firmato con la Tunisia a luglio, il presidente Saied non ha ancora vista un euro”.
Altro tema e’ il conflitto in Ucraina. “C’e’ molta stanchezza da tutte le parti”, sostiene Meloni, e “si avvicina il momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via d’uscita”.
“Il problema – continua – e’ trovare una via d’uscita accettabile per entrambe le parti nel rispetto dle diritto internazionale. Ho alcune idee su come gestire questa situazione, ma aspetto il momento giusto per metterle sul tavolo”. “La controffensiva dell’Ucraina non sta andando come ci si aspettava”, afferma ancora, e “non ha cambiato il destino del conflitto”. Quindi, “tutti capiscono che potrebbe durare molti anni se non cerchiamo di trovare una soluzione”. “Non credo che ci sia un problema di nazionalismo in Ucraina – aggiunge, rispondendo a una domanda sul tema -, io credo che il nazionalismo sia un problema di Putin”.
Gli ucraini comunque,”stanno facendo quello che devono fare, quello che e’ giusto fare, e noi cerchiamo di aiutarli”. Durante la telefonata, la premier fa poi un breve cenno alla Libia. “Potremmo discutere per ore cosa e’ successo in Libia. Forse oggi qualcuno capisce che la situazione del dopo non e’ stata cosi’ buona, non e’ stata migliore”.
All’attacco di Palazzo Chigi, vanno invece quasi tutti i partiti delle opposizioni. Italia Viva in primis . “È imbarazzante il livello di dilettantismo e di superficialità con cui a Palazzo Chigi si è permesso che il Presidente del Consiglio venisse tratto in inganno al telefono da comici (russi!!) che attraverso l’ufficio diplomatico si sono spacciati per membri dell’Unione Africana. Non finisca tutto a tarallucci e vino: ci attendiamo le dimissioni dei responsabili. Siamo un paese del G7, queste cose non possono né devono accadere”. Lo scrive su X il senatore di Italia Viva Enrico Borghi, capogruppo al Senato e componente del Copasir. Molto più tranchant, sempre per Italia Viva il leader del partito ed ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, “Che figuraccia per l’Italia e per Giorgia Meloni. Due comici russi hanno beffato Palazzo Chigi e hanno parlato con la premier spacciandosi per leader africani. Avendo lavorato qualche anno a Chigi mi chiedo come sia possibile raggiungere un livello di superficialita’ cosi’ devastante che fa fare una figuraccia non solo alla Meloni ma alla Repubblica italiana”. Lo scrive sui social il leader di Italia viva Matteo Renzi. “Due considerazioni: 1. Nel metodo. Meloni deve farsi aiutare. Se questo e’ il livello della sua squadra, proprio non ci siamo. E basta di dar sempre la colpa a qualcun altro. E’ in gioco la credibilita’ del Paese, possiamo smetterla con queste planetarie figure barbine? 2. Nel merito. Giorgia Meloni dice che nessuno ascolta le sue proposte e che altri leader neanche le rispondono. Se e’ vero, e’ segno di debolezza. Se non e’ vero, peggio mi sento. La premier deve finirla con questo vittimismo cosmico per cui lei e’ sempre oggetto di cattiverie e complotti – aggiunge -. Porti le sue idee e smetta di dire che tutti ce l’hanno con lei. Se gli altri non le rispondono, faccia uno sforzo di serieta’. Qui e’ in gioco la credibilita’ dell’Italia, basta coi dilettanti”.
Carlo Calenda, leader di Azione, preferisce non infierire sul premier Meloni e commenta così i fatti. “Nella vicenda della telefonata con i due comici russi, c’è stato indubbiamente un grave errore dell’ufficio del consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, che non ha fatto le opportune verifiche. Non ci pare tuttavia che tale errore si possa addebitare a Giorgia Meloni. Per ciò che concerne il contenuto della telefonata, le conversazioni riservate e le posizioni pubbliche di un capo di governo sono cose da sempre distinte. Siamo convinti che la posizione del Governo Italiano sull’Ucraina rimarrà la stessa. Strumentalizzare a fini di polemica politica quanto avvenuto rappresenta un errore ed è lesivo dell’immagine dell’Italia. Azione si asterrà dal farlo“. In soccorso di Meloni accorre il capogruppo alla Camera dei deputati Tommaso Foti, “Il presidente Meloni non e’ caduto nella trappola di un impostore russo che ha finto di essere un leader africano per ottenere dichiarazioni che possano creare al governo imbarazzo. Pur tratta in inganno, infatti, il presidente del Consiglio ha ribadito con coerenza e trasparenza la linea dell’esecutivo e del Paese in merito all’aggressione russa all’Ucraina e alla collocazione dell’Italia, dalla parte dell’Occidentale, di Kiev e del pieno rispetto del diritto internazionale. Chi voleva creare un caso diplomatico e incrinare il blocco di forze alleate a Kiev ha sbagliato bersaglio: Giorgia Meloni si conferma, ancora una volta, un vero leader capace che, con linearita’, saggezza e serieta’, sta portando avanti una politica estera come da troppi anni non si vedeva in Italia”.
Durissima la reazione invece del Movimento 5 Stelle. Senatori e deputati non hanno perso l’occasione per dichiarare contro il governo, e contro Meloni. Tra i tanti commenti, anche quello del leader Giuseppe Conte: “Avete visto cosa e’ successo? Giorgia Meloni, credendo di avere un colloquio telefonico con un alto diplomatico africano, in realta’ ha parlato della nostra politica estera e di altri dossier delicati con due comici russi. Sono emersi fatti molto gravi”. Cosi’ il presidente di M5s sul suo canale whatsapp.