Il ministro Ciriani in un’intervista al ‘Corriere della Sera’: “La Germania è in recessione mentre il nostro Paese ha il segno più. Si tratta di un buon segnale”.
I dati sull’economia italiana sono assolutamente incoraggianti. “Prima di giudicare se la manovra ha investito sulla crescita bisogna guardare agli altri partner – sottolinea il ministro Ciriani in un’intervista al Corriere della Sera – tutte le economie rallentano, ma il nostro Paese ha il segno più mentre la Germania è in recessione. L’obiettivo resta sicuramente quello di far crescere il Paese“.
L’esponente di Fratelli d’Italia attacca anche la Cgil: “Non capisco la decisione di annunciare lo sciopero ancora prima di vedere le misure. La Cisl è stata sicuramente più responsabile, ma resta comunque incomprensibile la loro scelta di protestare contro il governo. Da parte nostra non c’è nessun accanimento. Abbiamo stanziato 8 miliardi per i dipendenti pubblici e non abbiamo mai chiuso la porta al dialogo. Bisogna anche dire che la coperta continua ad essere corta“.
Ciriani in questa intervista si sofferma anche sullo scherzo telefonico fatto al premier Meloni dai due comici russi: “Un qualcosa di stupido della propaganda di Putin. Comunque le parole del presidente del Consiglio non incrinano assolutamente la sua credibilità oltre che naturalmente quella della politica estera del governo”.
Il ministro Ciriani conferma che “da parte del governo non c’è nessuna intenzione di allentare il sostegno a Kiev e lo ha ribadito il premier anche in questa telefonata. Se ci sono problemi di sicurezza a Kiev? Esistono uffici che vagliano e in questo caso qualcosa non ha funzionato“.
Da parte di Ciriani un passaggio anche sul premierato: “Abbiamo raggiunto un punto di sintesi tra la vocazione fortemente presidenziale della destra e il confronto fatto con maggioranza e opposizioni a marzo. Di certo questa nuova formula salvaguardia il Parlamento e, soprattutto, non tocca i poteri del Capo dello Stato“.
Sugli obiettivi di questa riforma il ministro non ha dubbi: “Vogliamo fare in modo che non ci siano governi tecnici. Il premio del 55%? Per guidare un Paese bisogna avere una maggioranza sufficiente. Poi toccherà ai tecnici decidere se mettere o no il numero”.