Sulla riforma Costituzionale, premierato e molto altro ancora è intervenuto l’esponente del Partito Democratico, Dario Parrini. Quest’ultimo ne ha parlato in una intervista al ‘Sole 24 Ore’
Il Partito Democratico è sempre stato contro la Riforma Costituzionale. A dire il vero non è affatto un mistero visto che, in più di una occasione, hanno manifestato il loro dissenso con dichiarazioni anche abbastanza forti. A prendere parola, in questo caso, per il partito della segretaria Elly Schlein, ci ha pensato direttamente Dario Parrini. L’attuale vicepresidente della commissione Affari costituzionali del Senato ne ha parlato in una intervista che ha rilasciato al ‘Sole 24 Ore‘.
Queste sono alcune delle sue parole riferite al noto quotidiano italiano: “Sono sempre stato contrario a questa riforma Costituzionale. Per il semplice fatto che, in questo modo, si va ad indebolire la figura del presidente della Repubblica ed anche quella del Parlamento. Anche perché non tende ad affrontare alcuni argomenti come quello relativo all’abuso dei decreti legge ed il monocameralismo alternato“.
Poi la soluzione: “Credo che bisogna mettere in Costituzione il 55% di premio lasciando alla legge ordinaria la definizione di come lo si attribuisce. Non toglie il fatto che, questa legge, sarebbe dichiarata incostituzionale dalla Consulta“. Sempre su quest’ultimo tema fa sapere: “Potrebbe intervenire anche su una riforma fissata in Costituzione. Ovviamente se dovessero scrivere che quel premio del 55% dei seggi di dà a turno unico, sarebbe violato un principio supremo dell’ordinamento“.
Sempre rimanendo in questo tema ha continuato dicendo: “La previsione del ballottaggio è indispensabile per evitare che sia dichiarata incostituzionale una legge elettorale a maggioranza garantita basata su un premio nazionale in seggi al vincitore“. Poi sulla soglia da tenere in considerazione fa sapere: “Credo che dovrebbe essere almeno del 50%. Proprio come i sindaci dei comuni sopra i 15mila abitanti. Non ci dimentichiamo che stiamo parlando dell’elezione diretta di una persona, non di una maggioranza parlamentare.
In conclusione: “Per quanto riguarda la questione relativa al premier bisogna considerare una soglia di vittoria al primo turno inferiore al 50% più uno dei voti. Non bisogna prendere in considerazione alcune “italianate”. Pensiamo che in tutte le 14 repubbliche appartenenti all’Unione Europea si elegge una persona per una carica statale apicale, sono presenti tre regole. Il primo è che quella persona è il presidente della Repubblica, il secondo c’è il ballottaggio e come terzo la soglia per vincere al primo turno è del 50%“.