Guerra Israele, in merito a quanto sta accadendo nel Medio Oriente la scrittrice e psicologa Ayelet Gundar Oshen ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “La Stampa”
Dal 7 ottobre, in Israele, la vita è completamente cambiata. D’altronde non potrebbe essere altrimenti visto che quanto sta accadendo è un qualcosa di veramente orribile. Il conflitto tra l’esercito locale e quello di Hamas va avanti senza sosta. A rimetterci, oltre i soldati, sono i civili che mai avrebbero voluto arrivare a tanto. A costo anche di perdere la loro stessa vita. Proprio dal Paese in questione, a pochi chilometri da dove si sta verificando la catastrofe, arrivano le parole di Ayelet Gundar Goshen.
La scrittrice e psicologa clinica israeliana ne ha parlato al quotidiano “La Stampa“. Da quel terribile giorno sta vedendo, negli occhi della gente, la paura di quello che hanno visto. In questo momento sta lavorando al centro di intervento traumatologico dell’ospedale mentale Shalvata a Hod HaSharon, a pochi passi da Tel Aviv. Non solo: dà una grande mano alle famiglie che sono rimaste senza casa distrutte dal lancio di missili e razzi.
Ovviamente ribadisce che l’intero Paese è sotto shock. Nessuno più osa chiedere “come stai?” visto che la risposta in merito davvero non c’è. La fiducia nel governo è “seriamente compromessa“. “E’ dal periodo della Shoah che non c’è più stata una perdita di civili. Così tanti ebrei uccisi in un solo giorno“. Una psiche, un lutto, un dramma che durerà per anni e che non può cancellarsi da un momento all’altro.
Guerra Israele, Goshen: “Hamas? Non ci sono parole per quello che stanno facendo”
“Il mio primo pensiero va alle persone nei kibbutz. Chiedevano aiuto a tutti, pur sapendo che il nemico era fuori ad attenderli. Purtroppo nessuno si è fatto vivo. Sono rimasti da soli con i terroristi che sparavano all’impazzata e davano fuoco a tutto quello che vedevano”. Nonostante tutto questo, però, la Goshen ribadisce che non smette di avere fiducia nell’umanità: “Una donna aveva partorito da poco ed era stata data per dispersa. Poi ritrovata morta. Il bambino aveva bisogno di latte ed altre madri si sono offerte volontarie”.
In conclusione: “Nonostante tutto i miei figli non riescono ad odiare i palestinesi. Abbiamo sempre saputo che Hamas era un nemico. Mai, però, ci saremmo aspettati un livello di crudeltà così ampio. Non ci sono parole per descrivere quello che hanno fatto ai neonati, bambini e donne“.