Il ministro Urso in un’intervista a ‘La Stampa’ si sofferma sull’inflazione in calo e mette in guardia gli italiani in vista di novembre.
L’inflazione in Italia è in calo, ma il rischio di un nuovo aumento nelle prossime settimane esiste. Ad ammetterlo è il ministro Urso in un’intervista a La Stampa: “Di certo la frenata è stata più forte degli altri Paesi e rivendico questo risultato. Non escludo, però, la possibilità che le cifre possano tornare a correre nelle prossime settimane“.
“Tutto questo è già accaduto in Spagna ad ottobre – aggiunge il titolare del Made in Italy – e proprio per questo motivo stiamo insistendo con l’iniziativa del carrello tricolore“.
Urso sulla manovra: “La coperta era corta”
Il ministro Urso in questa intervista si sofferma anche sulla manovra rispondendo alle critiche arrivate dalle opposizioni: “Di certo gli altri Paesi hanno una capacità fiscale maggiore. Noi stiamo facendo i conti con un debito molto alto per la pandemia e con eredità drammatiche di misure come il Superbonus“.
Nonostante questo l’esponente di Fratelli d’Italia segnala un dato positivo per guardare al futuro: “La Germania è in recessione ormai da tempo e la nostra crescita dipende molto da loro. Non siamo felici di andare meno peggio degli altri, ma si tratta sicuramente di un qualcosa di incoraggiante. In più vorrei sottolineare che è finita l’era della competizione fra i Paesi dell’Ue. Noi stiamo cercando di mettere in campo una politica industriale comune in un mondo complicato tra guerre e sfida titanica agli investimenti di Cina e Stati Uniti. Il nostro futuro rsta in forte pericolo“.
“Scherzo telefonico al premier Meloni? La trappola è fallita”
Per Urso non poteva mancare un passaggio sullo scherzo telefonico al presidente del Consiglio: “Per prima cosa vorrei sottolineare la coerenza del nostro premier. La posizione espressa è la stessa che ha ribadito negli incontri pubblici e proprio per questo dico che la trappola è fallita. Poi le modalità messe in campo da questi attori sembrano corrispondere alla regia della disinformazione russa“.