In una intervista che ha rilasciato al ‘Corriere del Veneto’ è intervenuto il numero uno di Anbi, ovvero Andrea Crestani
Tanti gli argomenti trattati durante l’intervista al ‘Corriere del Veneto‘ da parte del direttore di Anbi della regione in questione, Andrea Crestani. Alla domanda se si potessero trattenere, o meno, queste abbondanti piogge autunnali e di utilizzarle in agricoltura nei mesi di siccità la risposta non si è fatta assolutamente attendere: “Trattenere l’acqua in eccesso è sempre possibile. Si può fare dai piccoli fino ai grandi invasi, ma allo stesso tempo bisogna inquadrare per bene la quantità da trattenere“.
Poi ha precisato che nella sua regione, ogni anno, piovono almeno mille millimetri di acqua. Ovviamente ha precisato che tutti non possono conservarli, altrimenti il territorio rischia seriamente di trasformarsi in un enorme bacino. La misura giusta per Crestani è quella di conservare alcune centinaia di millimetri che servono a sostenere l’agricoltura durante i picchi estivi, vale a dire per un mese. Anche se, in questo momento, la situazione che c’è attualmente è decisamente l’opposta.
Queste le sue parole: “In un quarto del territorio regionale le acque non scendono verso l’Adriatico. Non riescono a defluire del tutto visto che si trovano sotto il livello del mare. A sospingerle ci sono 400 impianti idrovori. Anche perché la rete idraulica è vuota ed è pronta a ricevere le ondate di piena“.
Opere anti-siccità, Cristani: “Il nostro progetto costa 800 milioni di euro”
Per quanto riguarda la “conservazione” dell’acqua piovana nella sua regione ha precisato: “In questo momento nel Veneto se ne trattiene solamente il 5%. Non sono stati costruiti invasi con questo tipo di funzione visto che il problema storico era quello di portare via l’acqua e di certo non conservarla. Tra gli invasi più importanti spuntano: lago del Corlo, bacino artificiale sul Brenta, i tre sul Piave (laghi di Santa Croce, Mis e Centro Cadore)”.
Sulla polemica con il Trentino ha ribadito: “Adesso è tutto bloccato per via della costruzione del serbatoio sul Vanoi. L’Anbi ha presentato un progetto che si snoda su cento invasi. Già approvato dalla Regione. Utilizza le cave dismesse di alta pianura, i bacini di media pianura, gli alvei dei canali ed altro. Un progetto che costa 800 milioni di euro e che dovrebbe essere finanziato con i soldi nazionali. Quelli destinati alle infrastrutture idriche emergenziali“.