In merito al conflitto che si sta ancora verificando in Ucraina sono arrivate le parole da parte di Sergii Marchenko. L’attuale ministro delle Finanze di Kiex ne ha parlato al ‘Corriere della Sera’
Negli USA i repubblicani alzano la voce. Soprattutto per quanto riguarda possibili nuovi aiuti nei confronti del popolo ucraino in questo conflitto. La maggior parte di loro si è completamente opposta all’invio di nuovi aiuti (sia fondi che armi). Una vicenda che preoccupa non poco l’Ucraina stessa. Lo si capisce chiaramente dalle parole di Sergii Marchenko. L’attuale ministro delle Finanze di Kiev ne ha parlato al ‘Corriere della Sera‘ dove ha voluto fare il punto della situazione in merito a quanto sta accadendo.
Fa sapere che il futuro del Paese europeo orientale dipende inevitabilmente dagli Stati Uniti D’America. Spera che la loro amministrazione possa trovare, in qualche modo, una soluzione. Poi una frecciatina: “Siamo in un momento decisivo. Adesso l’attenzione nei nostri confronti si sta spegnendo un po’ e noi vorremmo restare nell’agenda internazionale. La guerra contro la Russia c’è ancora. Abbiamo bisogno di aiuto. Se perdessimo quello americano sarebbe una catastrofe“.
Un bilancio militare molto differente tra le due parti. La Russia spende 115 miliardi di dollari in forniture militari, mentre quello ucraino (2024) è di 40,7 miliardi. Ovviamente il ministro spera di continuare a ricevere aiuto da parte dell’Occidente. Se tutto questo dovesse venir meno sarà ancora più difficile riuscire a terminare il conflitto. Tanto è vero che ha voluto precisare: “Se cade l’Ucraina la Russia può attaccare altri paesi“.
Un’altra guerra, quella del Medio Oriente, sta distraendo gli occidentali dall’Ucraina. Lo ha fatto capire lo stesso Marchenko. “Tutti i media parlano della guerra in Israele e per noi è molto negativo. E’ un effetto, ma la causa si trova anche in Ucraina. Se ci fosse stata data una enorme possibilità, ovvero più rifornimenti, avremmo potuto sicuramente evitare questa situazione in Medio Oriente. Se nel 2022 avessimo avuto lo stesso livello di forniture che abbiamo ora avremmo vinto la guerra in maniera molto rapida“.
In conclusione gli viene posta la domanda su Putin, ma la risposta è stata fin troppo chiara: “Non parlo di lui e nemmeno dei russi. Si vedono come una potenza imperiale e che vogliono espandere i loro confini. Ci vedono come un errore della storia. Se la guerra finisse oggi penserebbero già a come attaccarci tra cinque o dieci anni“.