In merito a quanto sta accadendo nel Medio Oriente sono arrivate le considerazioni da parte del ministro della Difesa, Guido Crosetto
Si continua a combattere a Gaza tra esercito israeliano e quello di Hamas, oramai arrivato al giorno numero 29 di conflitto. Il numero delle vittime sale inesorabilmente con il passare delle ore. Una situazione che diventa sempre di più drammatica. In merito a quanto sta accadendo sono arrivate le parole da parte di Guido Crosetto. L’attuale ministro della Difesa ne ha parlato in una lunga intervista che ha concesso al “Quotidiano Nazionale“.
Queste sono alcune delle sue dichiarazioni: “Le autorità italiane stanno lavorando tutti i giorni per cercare di alleviare il dramma che si sta verificando a Gaza. Soprattutto nei confronti sia dei profughi che degli ostaggi. Per quanto riguarda le soluzioni di lungo periodo penseremo solamente quando sarà tempo“.
Poi ha continuato dicendo: “Innanzitutto, dobbiamo circoscrivere la dimensione del conflitto per non trasformare questa tragedia in una slavina: stiamo assistendo non a un conflitto israelo-palestinese, ma a un conflitto tra Hamas, e chi gli sta dietro, e Israele. La paura che si possa scatenare una nuova “Lepanto” è possibile“.
Medio Oriente, Crosetto: “Esistono due piani per Gaza”
“Il nostro compito è quello di continuare a lavorare tutti i giorni affinché questo non accada” ci tiene a precisare il ministro. “Il sacrosanto diritto all’autodifesa di Israele deve essere assicurato nel rispetto del diritto internazionale e di quelle regole di umanità, scritte e non, tipici delle democrazie. Ciò detto, la cosa peggiore che possiamo fare è rinunciare alla speranza di una soluzione”.
Per quanto riguarda il disegno di due Stati e due popoli fa sapere: “Non è sepolto. Occorre senza dubbio realismo. Israele sente la ovvia necessità di rimuovere tutte le minacce alla sua sicurezza, ma non può trascurare gesti e atti umanitari: una democrazia ha più responsabilità di un regime”.
A quanto pare esistono due piani: “Il primo è umanitario. La Comunità internazionale, Italia in testa, lavora per portare generi alimentari e beni di sussistenza alla popolazione civile di Gaza. Sono già partiti dei voli militari dall’Italia. Abbiamo tre navi pronte per trasportare civili, feriti gravi, ostaggi.
Il secondo è politico, ovvero far prevalere la ragionevolezza, dialogando con gli israeliani e la parte di mondo arabo e palestinese che non vuole il conflitto, per favorire un esito di buonsenso che isoli Hamas e non le attiri nuove simpatie”.