Giorgia Meloni nel Cdm di ieri ha presentato “La madre di tutte le Riforme”, vale a dire il premierato. Per Paolo Barelli, capogruppo alla Camera di Forza Italia, “la definizione cambia a seconda delle diverse sensibilità”. Duro Angelo Bonelli sempre ai nostri microfoni, “Meloni punta a diventare Imperatrice”
E’ stata la settimana, focalizzando l’attenzione sulla politica interna, delle telefonata fake al Presidente del Consiglio, ma anche la settimana che in conferenza stampa post Cdm, ha portato alla presentazione delle Riforme Costituzionali fortemente volute nel programma del centrodestra.
E ovviamente il dibattito sul premierato spacca pensieri e posizioni, e polarizza il dibattito in corso. Il Presidente del Consiglio è eletto a suffragio universale e diretto per la durata di cinque anni”. E’ questo dunque il cuore del disegno di legge del governo approvato dal Consiglio dei ministri. Il testo, in cinque articoli, contiene una serie di altre norme tese ad tenere in equilibrio il sistema istituzionale italiano, dato che l’elezione diretta del premier decurta di poteri il Parlamento e il Presidente della Repubblica. Il ddl Casellati non attribuisce nuovi poteri al Presidente del Consiglio eletto direttamente dai cittadini, come il potere di nominare i ministri, potere che rimane in capo al Presidente della Repubblica . E’ la legittimazione popolare ad attribuirgli, nelle intenzioni, più peso politico.
“Le votazioni per l’elezione del Presidente del Consiglio e delle Camere – si legge nel ddl -avvengono tramite un’unica scheda elettorale”. Una legge ordinaria “disciplina il sistema elettorale delle Camere” in modo tale “che un premio, assegnato su base nazionale, garantisca il 55 per cento dei seggi nelle Camere alle liste e ai candidati collegati al Presidente del Consiglio dei Ministri”. La legge elettorale, avendo un premio di maggioranza, avrà una soglia minima che consentirà di ottenere il premio; se non si supera tale soglia sarà evidentemente necessario un ballottaggio. Dopo le elezioni “Il Presidente della Repubblica conferisce al Presidente del Consiglio dei Ministri eletto l’incarico di formare il Governo e nomina, su proposta del Presidente del Consiglio, i Ministri”. Entro i 10 giorni successivi il Governo si presenta alle Camere per la fiducia. Se non la ottiene, Il Quirinale “rinnova l’incarico al Presidente eletto di formare il Governo” e se neanche questo ottiene la fiducia “il Presidente della Repubblica procede allo scioglimento delle Camere”.
Se il Presidente del Consiglio eletto, venisse sfiduciato durante la legislatura dalla propria maggioranza, allora il Presidente delle Repubblica potrà conferire l’incarico “a un altro parlamentare che è stato candidato in collegamento al Presidente eletto”, ma solo “per attuare le dichiarazioni relative all’indirizzo politico e agli impegni programmatici su cui il Governo del Presidente eletto ha ottenuto la fiducia”. Se anche questo Governo non ottiene la fiducia il Quirinale “procede allo scioglimento delle Camere”. Vengono inoltre aboliti i senatori a vita di nomina presidenziale, ma quelli attuali rimangono in carica.
“Per Meloni questa è la madre di tutte le Riforme, affermazione stupefacente scollegata dalle reali necessità del Paese. –dice a Notizie.com Angelo Bonelli coportavoce nazionale di Europa Verde e deputato di AVS– che arriva nel mezzo di una immane crisi economica e sociale e di una crisi climatica drammatica. In più il premierato ha lo scopo di delegittimare i poteri del Presidente della Repubblica. Meloni sogna di fare l’Imperatrice! Hanno una maggioranza schiacciante in Parlamento che da anni non si vedeva, eppure vanno avanti a colpi di fiducia. Io sto solo agli atti, è una riforma che serve solo se stessa . Io non ho in questo momento la capacità di capire come proseguirà l’iter tra Camera e Senato, ma posso affermare con certezza che in ogni municipio e in ogni comune costruiremo muri a salvaguardia della nostra Costituzione e della nostra democrazia!”.
Se l’opposizione, fatta eccezione per Italia Viva che ha già annunciato parere positivo alla riforma del premierato, è contraria e di sicuro farà barricate in Parlamento, la maggioranza non può che viaggiare ancora una volta compatta anche su questo “capitolo” di legislatura tanto importante. Dopo Angelo Bonelli, Notizie.com ha sentito al telefono anche il parere autorevole di Paolo Parelli, capogruppo alla Camera dei deputati per Forza Italia. “Il premierato era parte integrante del programma di centrodestra eletto dalla volontà popolare lo scorso anno. Di cosa ci si stupisce? Non era in questa chiave? Il testo è uscito in linea col dibattito. Noi avevamo già annunciato di voler toccare in maniera evidente il premierato, quella che ne è la formula ora all’analisi del Parlamento risulta i linea con la volontà dei partiti della coalizione. Le opposizioni poi fanno e faranno il proprio lavoro. Non si può escludere che il testo venga migliorato durante l’iter parlamentare. Meloni l’ha definita la madre di tutte le riforme? Beh, ci sono emergenze tali oggi che mettono a rischio il mondo stesso. La definizione data è anche fatto di sensibilità personali…Resta il dato che col nostro elettorato ci siamo impegnati, dopo 10 anni di governi tecnici o non eletti, a far restare al governo un esecutivo politico. Il premierato con l’indicazione del presidente del Consiglio nella scheda elettorale, risponde a queste esigenze. Mi pare che anche in Germani, Francia o Germania ci siano sistemi elettorali diversi dal nostro. Noi vogliamo andare verso un meccanismo che dia stabilità al nostro Paese, con governi che restino in piedi per 5 anni, che evitino dunque manipolazioni del singolo momento, per occasioni che siano ponte per fare altro”