Premierato, Amato non ci sta: la bordata non passa inosservata

In una intervista rilasciata al quotidiano “La Repubblica” è intervenuto il presidente emerito della Costituzione, Giuliano Amato sul premierato e non solo

Giuliano Amato non ci sta e fa capire, chiaro e tondo, di essere completamente contrario al premierato. Lo ha specificato in una lunga intervista che ha rilasciato al quotidiano “La Repubblica“. Ci tiene a ribadire che questo tipo di riforma costituzionale non va affatto bene al nostro sistema di governo fondato sul Parlamento visto che punta a cambiarlo in maniera netta e decisa.

Intervista alla 'Repubblica'
Il presidente emerito della Costituzione, Giuliano Amato (Ansa Foto) Notizie.com

Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Tecnicamente è un vero sconvolgimento che ha l’effetto di indebolire le Camere e di prosciugare il Capo dello Stato nella sua figura di garanzia“. Per lo stesso Amato il Quirinale è quello che viene maggiormente minacciato da parte della riforma: “Se due cariche si siedono una davanti all’altra, l’una con mandato popolare l’altro senza, sarà la prima a essere preminente sulla seconda”.

Anche se, allo stesso tempo, non vuole vederci del tutto buoi, ma esprime un po’ di ottimismo: “Penso che persone politicamente addestrate come Giorgia Meloni scelgano alla fine soluzioni che le espongano a minori rischi. E quando capiscono che la ragione identitaria potrebbe condurli a un referendum preferiscono imboccare una strada più ragionevole“.

Premierato, duro attacco di Amato: anche se spunta un po’ di ottimismo

Poi l’ex presidente del Consiglio si chiede: “E’ mai possibile che in Parlamento non si riesca a convenire su un premierato alla tedesca. In questo modo si potrebbe rafforzare la posizione del presidente del Consiglio senza modificare l’architettura di fondo del nostro sistema parlamentare“.

Intervista alla 'Repubblica'
Il presidente emerito della Costituzione, Giuliano Amato (Ansa Foto) Notizie.com

Poi una sua considerazione in merito a questa riforma: “Il testo come è stato approvato non avrà la maggioranza parlamentare dei due terzi. Quindi non potrà evitare il referendum confermativo. La vittoria del No diventerebbe una sconfitta politica che pare davvero imprudente subire”.

Poi ribadisce: “Diversamente, un disegno di legge approvato all’unanimità o quasi non esporrebbe a quel rischio che ha colpito in passato Silvio Berlusconi e Matteo Renzi“. In conclusione si è voluto soffermare sull‘Autonomia: “Nel caso in cui dovesse passare anche quella riforma, avremmo un’Italia squilibrata da più punti di vista. Allo squilibrio istituzionale si aggiungerebbe un più accentuato squilibrio regionale, tra regioni iper-finanziate e regioni sottofinanziate“.

 

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