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Premierato, Parrini (Pd) a Notizie.com: “Riforma pericolosa, contro l’opposizione e contro la scienza giuridica”

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Giovanna Sorrentino

La premier Giorgia Meloni e la ministra per le riforme istituzionali Maria Elisabetta Casellati la definiscono “la madre di tutte le riforme”.

Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge sulle riforme costituzionali che introduce, tra le altre cose, l’elezione diretta del presidente del Consiglio. La proposta ora passa nelle mani del Parlamento.

È pericolosa, illogica, contraddittoria e anche scritta con i piedi”. Così il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali, definisce il premierato elettivo. “Io non sono d’accordo, ma anche ammettendo che sia una strada da percorrere, prevede una serie di cose che non stanno insieme”. 

Premierato, Parrini (Pd) a Notizie.com: “Riforma pericolosa, contro l’opposizione e contro la scienza giuridica” (Ansa Foto) – notizie.com

Senatore, perché definisce pericolosa questa riforma?
Perché alterna uno degli equilibri fondamentali della Costituzione tra i tre principali poteri dello Stato. I nostri costituenti hanno stabilito rapporti di forza reciproci e ben precisi tra Parlamento, presidente della Repubblica e del Consiglio: entrambi con investitura parlamentare e quella del Capo dello Stato rafforzata rispetto al premier, perché l’assemblea che lo elegge è allargata ai delegati regionali. Questo sistema prevede poi la centralità del Parlamento. Con la riforma si arriva a una sottomissione oggettiva del presidente della Repubblica al capo del governo, perché ha un’investitura nettamente inferiore. E soprattutto si passa da un sistema in cui il Parlamento controlla il governo a uno in cui il Parlamento è nelle mani del governo”;

Il rafforzamento del governo è necessario? Negli ultimi anni la tendenza è andare avanti con decreti e voti di fiducia.
Una cosa grave del parlamentarismo italiano oggi è l’abuso del governo rispetto al Parlamento, che non viene affrontata. Non c’è niente contro l’abuso dei decreti e dei voti di fiducia, il malcostume e la stortura del monocameralismo alternato. Non c’è niente in termini di creazione di un punto di raccordo parlamentare tra Regioni e Stato. E con questa riforma, il problema addirittura si aggrava perché toglie tanto potere al Parlamento”;

Dario Parrini (Pd) (Ansa Foto) – notizie.com

La norma antiribaltone garantirebbe stabilità e governabilità?
È una norma cialtronesca, che in realtà crea solo fumo negli occhi. I cambi di maggioranza restano possibilissimi. Il ribaltone è un termine introdotto nel dibattito politico da Silvio Berlusconi ai tempi del governo Dini, per indicare un cambio di maggioranza in corso di legislatura con la nascita di una diversa da quella che ha vinto le elezioni. Per com’è scritta la norma, un parlamentare della maggioranza elettorale che riceve l’incarico dopo la sfiducia al primo premier della legislatura, che forma una maggioranza qualsiasi, non ha impedimenti a farlo. Quindi si presenta come cura di un male una cosa che aggiunge solo caos”;

Cos’altro “non sta insieme” e rende questa riforma “pericolosa“?
Partiamo dal presupposto che l’elezione diretta del premier è sconosciuta nel mondo, nessun Paese lo fa, lo aveva fatto Israele vent’anni fa ma smisero perché non funzionava. Ci sono cose che, eleggendo il premier, se su vuole restare nell’ambito di una democrazia liberale, vanno previste in Costituzione. Cioè la regola dell’elezione col ballottaggio a soglia 50 e il limite temporale di due mandati consecutivi massimi. In tutti e 14 i Paesi dell’Ue dove si elegge direttamente una carica nazionale apicale, ci sono entrambe le cose. Perché se si dà tanto potere a una persona bisogna avere il contrappeso della limitatezza temporale di quel potere”;

Palazzo Chigi (Ansa Foto) – notizie.com

Una delle ragioni portate avanti dalla maggioranza è garantire stabilità ai governi.
I Paesi più stabili d’Europa sono Germania e Spagna, che adottano un sistema di neoparlamentarismo. Bastava fare il modello tedesco, che dà più stabilità ai governi senza bisogno di scassare la Costituzione. Poteva essere fatto anche trovando un accordo con l’opposizione. Il difetto più grave di tutti è quest’idea di procedere a fare le riforme a maggioranza. Ha portato male a chi l’ha fatto finora e porterà male anche a Meloni, perché sulla Costituzione non si spacca il Paese”;

Il premio di maggioranza del 55% garantirebbe stabilità?
A maggior ragione. Siccome quel premio del 55% viene fatto scattare dall’elezione del premier, bisogna che questa sia a maggioranza assoluta: quindi o perché ha preso il 50% + 1 o perché ha vinto un ballottaggio a 2. Non si può dare una maggioranza parlamentare assicurata a chi non ha preso almeno il 50% dei voti”;

Cosa farete in Parlamento?
Credo che dovremo audire i migliori costituzionalisti italiani, che tra le altre cose bocciano questa riforma perché è contro l’opposizione ma anche contro la scienza giuridica. La riteniamo sbagliata e ci comporteremo di conseguenza portando avanti una battaglia parlamentare”;

Si arriverà al referendum?
È presto per parlare di questo, ma se la maggioranza dovesse decidere di andare avanti a gomitate senza coinvolgere l’opposizione, ha i numeri per approvare la riforma a maggioranza assoluta in seconda lettura. In quel caso faremo il referendum”. 

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Giovanna Sorrentino