Il sindaco di Milano Sala in un’intervista ad ‘Avvenire’ lancia un appello al governo per risolvere nel più breve tempo possibile le questioni di sicurezza e delle case.
Non è assolutamente un periodo facile per Milano. Negli ultimi mesi il capoluogo lombardo è protagonista di diversi episodi di cronaca tanto che Flavio Briatore, vittima di una rapina in pieno centro, l’ha definita come una città pericolosa. Un pensiero non condiviso da parte di Giuseppe Sala, che in un’intervista ad Avvenire spiega meglio la vicenda.
“Non è vero che Milano sia la città italiana più pericolosa – sottolinea il sindaco – ma dobbiamo ammettere che esiste un problema. Abbiamo assunto altri vigili e ho chiesto una mano a Gabrielli. Secondo me i problemi sono due: stiamo parlando di un centro ricco e quindi sono diversi i malintenzionati attirati. Poi c’è un chiaro distacco tra la giustizia e la pena e la gestione della sicurezza. Oggi chi commette atti simili rischia poco“.
Sala in questa intervista ribadisce che per “trovare una soluzione a questo problema servono strumenti e strutture. Se non i sono i ragazzi disperati rischiano di finire nella mani della criminalità. Ma noi non abbiamo soldi e da Roma non arrivano. Precisiamo che da parte mia non c’è nessuna intenzione di criticare il governo, ma si tratta di una richiesta per risolvere un problema“.
“Io intanto ho chiesto al prefetto Saccone di condividere alle forze dell’ordine gli esposti dei cittadini – aggiunge il sindaco di Milano – così la polizia locale è pronta ad intervenire. Poi servono più telecamere e un sistema di monitoraggio in grado di seguire in tempo reale i movimenti specifici dei sospetti“.
L’altro tema che sta tenendo banco a Milano è sicuramente quello degli affitti. “Anche qui stiamo cercando di trovare delle soluzioni – spiega il sindaco di Milano – affittiamo i nostri appartamenti a chi decide di occuparsi della ristrutturazione. Poi pensiamo ad un canone concordato e siamo pronti anche a differenziare gli oneri tra centro e periferia per rendere più interessanti gli investimenti nelle zone non centrali della città“.