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Premierato, Borghi: “Questione di contenuti, proponiamo confronto di merito” [VIDEO]

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Francesco Spagnolo

Enrico Borghi, presidente dei senatori di Italia Viva, in esclusiva ai nostri microfoni: “L’elezione diretta del premier ci vede favorevole, ma mancano alcune cose”.

Lo scorso venerdì il premier Meloni ha presentato le riforme costituzionali. La maggioranza di governo si dice compatta all’iter parlamentare per il via libera al premierato, che potrebbe andare avanti per 12 o 18 mesi. Le opposizioni faranno barricate in Parlamento. In un primo tempo Italia Viva si era detta favorevole alla misura, questa mattina, però, fuori da Montecitorio il capogruppo al Senato del partito di Renzi, Enrico Borghi, ai nostri microfoni ha indicato quali sono alcuni passaggi che non piacciono a Iv.

Enrico Borghi in esclusiva ai nostri microfoni – Notizie.com – © Ansa

Partiamo da una premessa, noi siamo a favore delle riforme – dice ai nostri microfoni – detto questo i provvedimenti vanno costruiti in maniera coerente, non per far tornare i conti all’interno della maggioranza. E ci siamo accorti che, mentre c’è un richiamo all’elezione diretta del premier che ci vede favorevoli, mancano le altre questioni di sistema che questo sistema porta. Quindi parliamo della riforma del bicameralismo, il tema della legge elettorale, alla questione del potere del presidente del Consiglio  Noi, inoltre, riteniamo che, in caso di sfiducia del primo ministro eletto dal popolo, si deve tornare al voto“.

Borghi: “Non ci piace la logica delle barricate che c’è a destra e a sinistra”.

Il pensiero di Enrico Borghi sul premierato – Notizie.com – © Ansa

Borghi ai nostri microfoni si dice preoccupato per “la logica del salire le barricate che c’è a destra e a sinistra. Non siamo neppure arrivati alla presentazione del testo del Parlamento e i partiti chiamano già al referendum“.

“Italia Viva gioca un ruolo importante? Il tema non è la questione dei voti, ma dei contenuti – conclude il senatore di Italia Viva – noi abbiamo presentato un nostro disegno di legge e proponiamo di partire da un confronto di merito tenendo anche distinti i piani istituzionali da quelli politici. In un Paese di democrazia matura non si grida allo scandalo quando si collabora tra maggioranza e opposizione per modificare la Costituzione perché questa è di tutti e non solo di guida pro tempore il nostro Paese“.

Intervista a cura della nostra inviata Luigia Luciani

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