Il costituzionalista Celotto in un’intervista a ‘L’Identità’ sul premierato: “Si tratta di una riforma che ha un pregio molto importante. Ecco quale”.
Il premierato continua a tenere banco in politica. La maggioranza non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro mentre le opposizioni proseguono nella loro protesta. Sulla riforma si sofferma anche il costituzionalista Celotto, che in una intervista a L’Identità spiega perché secondo lui si tratta di un provvedimento fattibile.
“E’ una riforma che ha un grande pregio – sottolinea Celotto – quello di modificare solo tre-quattro articoli della Costituzione. Sul funzionamento lo capiremo solamente quando le misure sono entrate in vigore. Sulla carta, però, alcuni vantaggi sembrano esserci come per esempio una maggiore identificazione del voto col governo. Ad oggi, però, non è chiaro se l’esecutivo ne uscirà rafforzato oppure no“.
Celotto in questa intervista parla anche del ruolo del Capo dello Stato: “Sono parzialmente d’accordo sul fatto che viene penalizzato. In 19 legislature il premier è stato nominato sempre dal partito che ha vinto le elezioni. E’ una conferma, dunque, di una prassi tutta italiana. Il problema vero si pone quando cade il primo governo. Lì la palla passa in mano al presidente della Repubblica“.
“I senatori a vita? Il loro taglio lo ritengo un aspetto marginale – spiega il costituzionalista – non stiamo parlando di personaggi centrali del nostro sistema politico. Secondo me questa scelta ha come principale obiettivo quello di evitare che i senatori a vita incidano sulle maggioranze politiche“.
Per Celotto la riforma decisa dal governo “è assolutamente migliorabile perché tutto lo è, ma stiamo parlando comunque di un provvedimento equilibrato. Come detto in precedenza, non è chiaro se renderà stabile l’esecutivo visto che stiamo parlando di un sistema abbastanza anomalo visto che non imita quelli di altri Paesi. E’ un qualcosa di prettamente italiano che mantiene le due figure e cerca un bilanciamento. Va dunque studiato bene per capire se sarà meglio o peggio di prima. Di certo il pregio è che, a differenza di quanto succedeva con Renzi, questo modifica pochi articoli della Costituzione“.