“Ci siamo accorti che pensare di gestire il problema migratorio all’interno dell’Ue non era possibile, perché nessuno vuole i clandestini. Quindi l’unica soluzione era difendere le frontiere e creare rapporti con i Paesi di partenza”.
Così, ai microfoni di Notizie.com, Michele Barcaiuolo, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione esteri e difesa al Senato. “È stato fatto prima tra Tunisia e Ue con l’accordo fortemente voluto dall’Italia e ora con l’Albania. Il problema non è solo la redistribuzione, ma evitare che i migranti arrivino in Italia illegalmente. Chi ne ha diritto può raggiungere l’Europa attraverso i canali legali”.
L’accordo tra Roma e Tirana è “un successo oggettivo del governo, della politica estera, di lotta all’immigrazione clandestina e soprattutto di Giorgia Meloni. È stato concretizzato ad agosto, mentre qualcuno raccontava della premier in vacanza in Albania e invece stava concretizzando questo patto che oggi è stato reso noto”, dichiara Barcaiuolo, rispondendo anche alle polemiche delle opposizioni che parlano di “deportazione” dei migranti: “Intanto i centri verranno costruiti in Albania e avranno giurisdizione italiana. Da questi saranno esclusi donne, bambini e fragili. Qui verranno esaminate le domande di asilo. Oggettivamente le polemiche dell’opposizione ultimamente mi sembrano non solo pretestuose, ma anche costruite su notizie false”.
E affonda: “Siamo pronti a confrontarci con le opposizioni su idee diverse, a patto che ci sia onestà intellettuale in partenza e in questo caso non c’è. Ci attacchino piuttosto, sulle questioni che ci dividono realmente come il Superbonus, il salario minimo o l’abolizione del reddito di cittadinanza. Ma costruire notizie false per attaccare il governo mi sembra svilente per la politica”.
Ma come funzioneranno i centri in Albania? Barcaiuolo spiega che “queste due strutture al Nord dell’Albania, nel porto di Shengjin e nell’area di Gjadër, potranno ospitare fino a 36mila persone all’anno e come detto saranno sotto la giurisdizione italiana. L’accordo prevede che l’Italia possa avere accesso alle acque territoriali albanesi per raggiungerle. Saranno hotspot nei quali si stabilità chi è nelle condizioni di entrare in Italia e chi no. Questo è l’orizzonte che vogliamo dare a tutto il Mediterraneo. E in quest’ottica rientra l’accordo tra Tunisia e Ue, che già oggi sta dando i suoi frutti con una diminuzione degli sbarchi rispetto all’anno scorso del 25%”.
Non si sa ancora quanto tempo i migranti dovranno restare in questi centri: “Uno dei due potrà avere il sistema italiano dei Cpr, sulla base della legislazione italiana, quindi forse fino a novanta giorni, ma è da vedere”.