Il presidente dell’Albania dopo l’incontro con questa estate con Meloni ora suggella questo nuovo patto tra i due paesi riguardo i migranti
Un patto sui migranti tra Italia e Albania. Un accordo siglato tra il presidente Edi Rama e il premier Meloni che tanti stanno vedendo con qualche dubbio, ma è lo stesso primo ministro albanese che spiega come non ci sia nulla di male, anzi in conferenza stampa accanto a Giorgia Meloni insiste nel dire che “se l’Italia chiama, l’Albania c’è“. E motiva la sua spiegazione, dicendo “Noi abbiamo con l’Italia una partnership strategica“. E aggiungendo anche che non ci sia nulla da chiedere in cambio, forse al momento: “Una domanda che non capisco. Perché dobbiamo guadagnare qualcosa per forza? Noi vi aiutiamo perché l’Italia ci ha aiutato. Se siamo il Paese progredito che siamo diventati, lo dobbiamo a voi. Ci avete aiutato quando tentavamo di scappare dall’inferno del comunismo. Poi ci avete aiutato nel 1991 e nel 1992. Di nuovo nel 1997. Non ci avete chiesto nulla in cambio. Così è la collaborazione tra i nostri Paesi. Con la vostra Guardia di Finanza. Con la vostra polizia. C’è aiuto reciproco. Serve a noi, serve a voi. Per questo dico che solo con l’Italia avremmo potuto fare questo accordo e con nessun altro Stato europeo“.
Qualcuno gli fa presente che in politica, anche e soprattutto a livello internazionale, spesso si dice che non si fa nulla per nulla, ma Rama ragiona in modo diverso e quasi si oscura quando fa la sua premessa e parte: “Non tutti i politici ragionano così. E’ vero che abbiamo molto chiesto nel tempo. Ora, quando ci viene domandato di dare, diamo. Non è lungimiranza, è coscienza della propria responsabilità“.
L’accordo tra Italia e Albania prevede la costruzione di centri per l’accoglienza, anche se le opposizione e chi non è d’accordo parla addirittura di Guantanamo europea, ma Rama la vede in maniera diversa: “Sarà tutto a spese italiane e con gestione italiana. Abbiamo scelto insieme il posto migliore. Ora, con il protocollo di intesa, ve ne diamo la disponibilità. L’Italia investirà sulla struttura.È un protocollo molto preciso: un centro di accoglienza, un posto per procedere a verifiche e registrazioni, fatto tutto secondo i criteri ben precisi dell’Ue”.
Per quanto riguarda appalti che potrebbero riguardare il settore albanese, come per il vitto di tremila persone, tante dovrebbero essere accolte almeno all’inizio, Rama ci tiene a sottolineare: “Saranno appalti della parte italiana. Noi non vogliamo soldi e non ci interessano i soldi“.