“Il patto siglato tra Albania e Italia e un unicum, frutto del modello Meloni”. Lo ha detto a Notizie.com la deputata di FDI Sara Kelany
“L’accordo con l’Albania mi sembra in violazione con le norme del diritto internazionale e del diritto europeo. Mi sembra che Giorgia Meloni sia disponibile a inventarsi qualsiasi cosa pur di non fare l’unica cosa che deve fare: convincere anche i suoi alleati nazionalisti europei a condividere le responsabilità sull’accoglienza, perchè è questo che chiedono i trattati europei. Non lasciare sola l’Italia e gli altri paesi che si trovano ai confini ma cambiare delle norme che bloccano in Italia tutte le persone che riescono ad arrivarci”.
Ha tuonato così la segretaria del Pd, Elly Schlein, ospite a Radio Capital questa mattina, a proposito dell’accordo che il nostro Paese, come ha subito reso noto Palazzo Chigi ieri, ha siglato con l’Albania per la realizzazione di centri di accoglienza. Come funziona l’accordo? Su quali premesse si basa? Quali gli obiettivi da raggiungere?
30mila persone all’anno. Entro la prossima primavera due centri, costruiti con fondi italiani, saranno operativi nel porto di Shengjin per effettuare le operazioni di sbarco e identificazione e nel sito di Gjader, dove di fatto verrà realizzato una sorta di Cpr per le successive procedure. La “giurisdizione” sarà italiana e l’Albania non avrà compensazioni economiche, ma collaborerà con le sue forze di polizia per la sicurezza e la sorveglianza esterna. Nei centri verranno ospitati i migranti salvati in mare da navi “ufficiali” italiane. Non potranno essere ospitati minori, donne in gravidanza e soggetti vulnerabili, ha spiegato anche il premier Giorgia Meloni. Per il presidente del Consiglio la finalità di questa iniziativa è doppia: da un lato “dissuasione” delle partenze e dall’altro “deterrenza” rispetto al traffico di esseri umani.
“Questo protocollo di intesa è frutto di una lunga discussione per fare le cose bene, non è una scappatoia, lo facciamo perché ci crediamo”, aveva spiegato ieri il primo ministro dell’Albania Edi Rama, che da tempo aspetta da Bruxelles un segnale sull’ l’integrazione. Sul piano dell’innovazione dell’intesa raggiunta, si è espresso anche il ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto, “per la prima volta uno Stato non membro dell’Unione europea, ancorché candidato, accetta la creazione sul suo territorio di centri destinati alla gestione dei migranti illegali arrivati sul territorio dell’Unione”.
Migranti, accordo Italia-Albania. Kelany (FDI) a Notizie.com: “E’ il modello Meloni al quale stanno arrivando anche le altre istituzioni europee”
Dello storico accordo abbiamo parlato in esclusiva anche con la deputata, Sara Kelany, responsabile nazionale del dipartimento immigrazione dentro FDI.
Onorevole Kelany, ieri la notizia “a sorpresa” di questo accordo storico tra Albania e Italia in fatto di immigrazione e accoglienza. Le opposizioni parlano anche di un’operazione Guantanamo, qualcuno ha fatto invece notare l’assenza del ministro degli Esteri Tajani e di quello degli Interni Piantedosi. Come se la sorpresa dell’intesa, sia stata tale anche dentro la maggioranza. Come stanno le cose?
“Il premier Meloni coltiva rapporti internazionali sin dal suo insediamento a palazzo Chigi, infatti le viene riconosciuto uno standing importante. Non mi pare sia la prima volta che intrattiene rapporti personali con i suoi omologhi, quindi in questo accordo siglato con l’Albania non ci vedo nessuno scandalo. Sulla natura di questo accordo, che mi pare la cosa più importante, si può affermare con certezza che si tratti di un unicum. Tutto ciò è però anche frutto di un rapporto consolidato con la stessa Albania, e sì anche di intesa indubbia tra il primo ministro Rama e il nostro presidente del Consiglio”
In cosa l’Italia verrà fattivamente aiutata?
“L’accordo ci consentirà una facilitazione logistica degli sbarchi e della prima accoglienza; decongestionerà i comuni gravati da tempo dall’impatto della pressione migratoria, perchè si potranno accogliere nei centri realizzati in Albania ma gestiti dall’Italia fino a 36mila migranti l’anno. Parliamo dunque di numeri e di un aiuto importante. Perchè si parla allora, ovviamente lo fanno dall’opposizione, di una nuova Guantanamo quando l’Albania rispetta i diritti civili? E poi, tutte le norme internazionali verranno rispettate sulla scorta della legislazione attuale e vigente. Non verranno infatti accolti nei due centri donne in gravidanza, fragili e minori”.
Ascoltando ieri il punto stampa a margine dell”accordo raggiunto, cosa l’ha colpita delle parole del primo ministro Rama?
“La riconoscenza espressa da Rama all’Italia, il suo è stato un intervento emozionale, lo si è evinto nelle parole usate per trasferire la natura dell’accordo. E poi mi pare che più volte abbia ribadito che da questa intesa l’Albania non abbia nulla a pretendere. Italia e Albania hanno ottimi rapporti bilaterali, a maggior ragione faccio fatica a capire alcune reazioni “scomposte” postume alla notizia del patto siglato”.
Onorevole Kelany, l’intesa è frutto, potremmo dire così di un modello Meloni? Mi riferisco anche alla modalità di gestione di dossier importanti, come in questo caso dei flussi migratori?
“Il caso del quale ci stiamo occupando in questa intervista è ovviamente eclatante, ma è tra gli obiettivi dichiarati da sempre dal nostro premier. Sì, potremmo definirlo tranquillamente modello Meloni, al quale in Europa stanno arrivando anche le altre istituzioni. Pensiamo solo alle conclusioni alle quali si è giunti in occasione degli ultimi due Consigli europei. Poi è evidente, che i rapporti personali contano. D’altro canto la politica è fatta di uomini!”