Il centrocampista olandese, quattro anni nella capitale, gioca in anticipo la sfida tra i biancocelesti e il Feyenoord: “Serve più coraggio”. Poi su Sarri…
Quattro anni alla Lazio, una decina (tra settore giovanile e prima squadra) all’Ajax. La sfida tra Lazio e Feyenoord, non può essere come tutte le altre per Aron Winter. Il centrocampista olandese, attuale commissario tecnico del Suriname, è stato uno dei centrocampisti più forti e completi che negli anni novanta hanno vestito la maglia della Lazio. “Sono state quattro stagioni meravigliose. Ho avuto un grande rapporto con i tifosi, anche se all’inizio c’era stato qualche problema. Ma con me si sono sempre comportati bene. Ho giocato in una squadra che piano piano stava diventando sempre più grande e ci siamo tolti delle belle soddisfazioni”, dichiara in esclusiva per Notizie.com.
Winter ha vestito la maglia biancoceleste dall’estate del 1992 a giugno del 1996. “Siamo tornati in Europa dopo tanti anni: ricordo lo stadio Olimpico sempre pieno. Signori era un fenomeno, capace di segnare sempre con quel sinistro magico. Ricordo anche Marchegiani, Fuser, Di Matteo e soprattutto Paul Gascoigne. Mamma mia: un fenomeno, in campo e fuori”.
Oggi riesce a seguire la Lazio?
“Certo. Lo scorso anno è arrivata seconda ed ha fatto benissimo. Quest’anno non mi ha fatto impazzire”.
Ha visto la gara d’andata con il Feyenoord.
“Si, e non mi è piaciuta per niente. Forse anche la forza del Feyenoord e l’ambiente in Olanda hanno influito, ma la Lazio mi è sembrata timorosa, preoccupata. E’ mancato il possesso palla, la voglia di andare a fare male all’avversario. E l’unità”.
Cosa pensa della Lazio di oggi?
“Ha una grande rosa. Con tanta qualità; per quello la prestazione di Rotterdam è stata davvero inspiegabile. Ma sono sicuro che oggi allo stadio Olimpico sarà tutta un’altra storia”.
Che partita si aspetta?
“Una gara equilibrata, bella. Tra due squadre che amano giocare a calcio. Il Feyenoord è cresciuto tanto e come la Lazio ha una mentalità propositiva. Sono convinto che non assisteremo ad una partita chiusa”.
Lei in Italia è stato allenato da Zeman. E possibile un parallelismo con Sarri?
Il paragone ci può stare: entrambi cercano di fare la partita, giocano con tre attaccanti, però se vai a vedere bene si tratta di due allenatori diversi. E la sensazione è che la Lazio di Zeman giocasse molto di più all’attacco rispetto a quella di oggi”.
Rimanendo in tema di paragoni: la sua Lazio aveva Beppe Signori, oggi c’è Ciro Immobile…
“Due grandissimi attaccanti. Beppe aveva un sinistro fantastico. Mi è dispiaciuto leggere che a fine carriera ha avuto dei problemi. Immobile ha segnato tantissimo. Ora deve riprendersi dopo l’infortunio. Ritrovare la forma. E’ un grande bomber e e la Lazio non può fare a meno di lui”.
Sarri come Zeman…Immobile come Signori… ma in questa Lazio c’è un Winter?
“No. Non c’è” (ride ndr.)
Non si rivede in nessuno?
“A parte le battute. Non credo ci sia qualcuno con le mie caratteristiche. Io giocavo a tutto campo e facevo entrambe le fasi, riuscendo poi ad inserirmi tantissimo. La Lazio a centrocampo ha tanta qualità, ma a volte ho l’impressione che serva un pò più di attenzione e di cervello nella gestione di certi momenti della gara”
Ma non c’è nessuno che le piace?
“Si, certo. Luis Alberto ad esempio è un grande giocatore ed ha fatto molto bene. Ha tanta qualità”
Oggi Aron Winter cosa fa?
“Sono il Commissario tecnico del Suriname. Ma il mio sogno è quello di tornare ad allenare in Italia. Magari alla Lazio. Ho lasciato il cuore a Roma”