In una intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’ è intervenuto il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon
Arrivano delle novità importanti dal mondo della politica italiana. In particolar modo dal punto di vista della ‘Quota 41′. Ne ha parlato in una intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera‘ Claudio Durigon. Queste sono alcune delle parole del sottosegretario al Lavoro: “Piaccia o non piaccia, la riforma della professoressa Fornero è erosa. In via di superamento, come la Lega ha promesso. Entro la legislatura, manterremo un’altra promessa: la realizzazione di “quota 41”.
Allo stesso tempo ha voluto allontanare le critiche e le polemiche di quest’ultimo periodo. Poi ha continuato dicendo: “Questa finanziaria non sarà quella della riforma pensionistica che noi vorremmo. Però è certamente quella che crea il percorso per arrivarci”. Senza dimenticare, inoltre, un altro problema assolutamente da non sottovalutare. Ovvero quello delle pensioni dei medici. Gli stessi che, proprio negli ultimi giorni, hanno proclamato uno sciopero.
“C’è stata un’incongruità, che peraltro rischia di essere incostituzionale. Il governo sta lavorando perché questa norma venga espunta dalla manovra. Tra l’altro, il rischio lo corriamo nella sanità ma anche negli enti locali: rischiamo l’uscita repentina del personale che sta gestendo, per dire, le pratiche del Pnrr”.
Pensioni e non solo, il sottosegretario Durigon fa il punto della situazione
Sulla legge Fornero aggiunge: “Sono cambiati diversi parametri e abbiamo migliorato ciò che pareva intoccabile. Non dimentichiamo che nelle nostre due manovre siamo riusciti a rispondere a due esigenze precise e indiscutibili: nel 2022 abbiamo aiutato famiglie e imprese in difficoltà per gli aumenti energetici. Quest’anno abbiamo dato una prima, importante sforbiciata al cuneo fiscale”.
Sulla questione pensione afferma: “Sulla flessibilità in uscita siamo di fronte alla possibilità di avere più pensioni al termine dell’anno. Nel 2024 saranno 17 mila, l’anno dopo 25 mila. Prima tutta questa possibilità non c’era”. Allo stesso tempo sono sono cambiati i criteri di pensionamento. Soprattutto quelli di vecchiaia: “Sono cambiati, nel senso di aiutare i lavoratori. La Fornero prevedeva che per accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni, avresti dovuto prendere 1,5 volte la pensione minima. Noi lo abbiamo abolito”.
In aggiunta ha affermato: “Nel frattempo è stata creata una curva economica compatibile nel pluriennale. Abbiamo alzato il requisito per gli uomini, 3 volte la minima, ma abbiamo abbassato a 2,6 volte la minima il requisito per le donne con figli. Abbiamo offerto una prospettiva di diminuzione”.
Stesso discorso vale anche per l’Ape sociale che è stata ridimensionata: “È stata mantenuta. Abbiamo aggiunto 5 mesi per la sostenibilità della spesa. Ma tutto questo ci dice che molti punti fondanti della Fornero sono in corso di superamento. Non dimentichiamo anche la possibilità di riscattare 5 anni di contributi per formazione o per i periodi di discontinuità nel lavoro”,