Ormai da diversi giorni si stanno registrando proteste e anche scontri in un Paese. E le manifestazioni andranno avanti ancora nelle prossime settimane.
La situazione in Spagna inizia ad essere molto calda. Come riportato dall’Agi, la possibile amnistia agli indipendentisti catalani non piace assolutamente ai nazionalisti di Vox, che hanno deciso ormai da giorni di scendere piazza per dire no a questo che loro considerano come un vero e proprio tradimento.
Entrando nei dettagli della vicenda, Pedro Sanchez potrebbe concedere l’amnistia per avere i voti degli indipendentisti e salvare il proprio governo. Una situazione che, come detto, non piace assolutamente alla destra, pronta ad andare alle urne. La deadline è fissata il prossimo 27 novembre. Se entro quella data il premier riuscirà ad ottenere l’ok di Puigdemont, allora questa maggioranza continuerà magari in una forma comunque diversa. In caso contrario, si andrà al voto e per questo motivo sono giorni molto tesi e intensi in Spagna.
Le manifestazioni da parte di Vox non si fermeranno qui. Ormai da giorni il partito di destra è in piazza per dire di no all’accordo e nella serata di lunedì 6 novembre sono stati registrati scontri anche con le forze di polizia, con queste ultime che hanno lanciato gas lacrimogeni per impedire ai dimostranti di avvicinare la sede del partito socialista.
Il leader di Vox, Santiago Abascal, ha chiesto una mobilitazione permanente e il prossimo 18 novembre è prevista a Madrid una nuova grande protesta per cercare di sventare l’accordo. Le trattative, comunque, tra i partiti proseguono visto che manca sempre meno alla deadline.
Sono giorni, quindi, fondamentali per il futuro della Spagna. Nonostante le proteste di Vox, Pedro Sanchez sta cercando di trovare un accordo con Puigdemont per avere i voti degli indipendentisti. Per farlo, però, deve concedere l’amnistia a tutti quelli che sono stati coinvolti nel tentativo di secessione del 2017. Una mossa che non sembra piacere a molti e per questo motivo, anche in caso di intesa, non possiamo escludere ulteriori proteste. La deadline è fissata il 27 novembre e vedremo cosa succederà.