L’ex calciatore di Serie A, 43 anni, aveva un tiro potentissimo. Ha parlato in esclusiva a Notizie.com: non ha ancora appeso gli scarpini al chiodo.
Il sogno che diventa realtà. Gli occhi che mostrano il punto in cui sei arrivato, che non avresti mai pensato di raggiungere. “Ho capito di avercela fatta quando mi sono trovato Francesco Totti di fronte, è stato prima di un Livorno-Roma…”. Emerson Ramos Borges, 10 stagioni dopo, non ha ancora appeso gli scarpini al chiodo e continua a giocare a calcio, in quella che è diventata la sua casa: la Sardegna.
Centrocampista della Nuorese, ha fatto parlare di sé soprattutto durante l’esperienza al Livorno, squadra con la quale è riuscito a raggiungere la Serie A dopo tantissimi anni di gavetta. “Quando ho visto Totti ho pensato di aver realizzato il sogno mio e di tutti quei ragazzi che ho incontrato durante il lungo percorso, in Serie C e anche nelle serie dilettantistiche. È stata un’emozione incredibile, davanti agli occhi mi è passata l’intera vita e tutte le partite giocate nelle categorie inferiori. Una sensazione bellissima”, ha raccontato in esclusiva a Notizie.com.
Il suo tiro faceva invidia ai fuoriclasse del campionato italiano. “In carriera ho rotto diversi polsi ai portieri avversari, ho fratturato nasi, una volta ho fatto svenire un mio ex compagno che si era messo in barriera. Gliel’avevo detto: ‘Non metterti in barriera…’. Non mi ha ascoltato, ho chiuso gli occhi e tirato il più forte possibile. Ho colpito proprio lui ed è svenuto. L’ho preso in pieno…”. Emerson specifica i suoi specialisti preferiti dalla distanza: “Roberto Carlos naturalmente era qualcosa di unico, anche lui pensa che avrà fatto svenire qualcuno (ride, ndr). Poi dico Marcelinho Carioca, ex giocatore del Corinthians. Aveva un tiro formidabile. Non posso dimenticare però Juninho Pernambucano e Andrea Pirlo, che ho visto da vicino. Era veramente impressionante”.
Emerson ha scalato le categorie, conosce pregi e difetti del calcio italiano: “Purtroppo in Italia si punta poco sui calciatori che giocano nelle serie inferiori. È molto più facile pescare all’estero giocatori che hanno procuratori alle spalle, che quindi sul trasferimento ci guadagnano. Ci sono alcuni ragazzi che giocano in B per una vita e non hanno mai un’occasione. Io per la Nuorese giro la Sardegna alla ricerca di ragazzi di talento, bisogna alimentare il loro sogno. In Italia, invece, spesso ai giovani si toglie proprio la possibilità di sognare”.