Il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera spiega il lavoro che si sta facendo e ammette: “C’è il rischio di un imbuto”
“L’iter del Premierato che parte in Senato? Meglio così…“. A parlare è Nazario Pagano di Forza Italia, ma soprattutto il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera che, a detta di molti, non sarebbe rimasto bene del fatto che la procedura costituzionale della riforma parte non dalla Camera, ma dalla parte opposta, ma lui non si sente affatto “scippato“, come si pensava. Tutt’altro. “Sono sincero, no. Se parte dal Senato è perché lì sta per finire l’esame in commissione sull’Autonomia, e il rischio a quel punto sarebbe stato che entrambe le riforme arrivassero assieme alla Camera. Un imbuto, che avrebbe rallentato tutto“.
E sul fatto che la Lega di Salvini spinga e insista nel chiedere l’approvazione dell’Autonomia per dare il via libera al premierato, Pagano non si sbilancia più di tanto e va avanti per la sua strada che poi non preclude per nulla quella che propone il partito di Salvini. “La Lega tiene molto all’approvazione dell’Autonomia, ma saranno approvate entrambe. E posso assicurare il mio e nostro impegno, perché sul premierato ci sia la possibilità per tutti di esprimersi ed eventualmente apportare modifiche“.
Il testo che arriverà in Senato non sarà blindato
Nazario Pagano conferma che il testo sul Premierato non arriverà in Senato blindato come tanti avevano pensato e in qualche modo anche richiesto: “Assolutamente no. Nessuno di noi è qui solo per vidimare testi già chiusi. È vero che in un certo modo il nostro sistema si sta trasformando in unicamerale, perché con tanti decreti in scadenza, la prima Camera alla quale tocca l’esame lo modifica se serve e l’altra lo conferma”.
“È una questione di tempi – dice il deputato di Forza Italia Pagano al Cor Sera -. Ma per una riforma costituzionale non è così. Non ci sono limiti di tempo e non ne porrò certo io, che da presidente sono garante di tutti, maggioranza e opposizione”.