Caso Indi Gregory, in una intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’ è intervenuta la ministra della Famiglia e le Pari Opportunità, Eugenia Maria Roccella
Addirittura era scesa in campo anche la politica italiana visto che non accettava affatto la decisione arrivata dal Regno Unito in merito alla vicenda che vede, purtroppo, come protagonista e vittima una bambina speciale. Si tratta di Indi Gregory, ovvero la piccola che è tenuta in vista grazie alle macchine. Proprio dall’Inghilterra, però, i giudici hanno fatto sapere che a breve verrà staccata la spina. Il governo, guidato da Giorgia Meloni, ci ha provato in tutti i modi.
Anche dandole la cittadinanza italiana, segno del fatto che avrebbe potuto trasferirsi nel nostro Paese e portata in qualsiasi ospedale. Quello del ‘Bambino Gesù‘ di Roma aveva deciso di mettersi a disposizione. Purtroppo, però, pare che i giudici non ne vogliano sapere. In merito a questa drammatica situazione è intervenuta anche Eugenia Maria Roccella.
L’attuale ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità ne ha parlato al ‘Corriere della Sera‘. Tanto da far capire che i suoi colleghi e l’intero governo ci hanno provato in tutti i modi, fino all’ultimo minuto, per cercare di far cambiare idea ai vertici britannici. Purtroppo senza alcun risultato.
Caso Indi Gregory, la Roccella: “Fatto il possibile per salvarla”
Queste sono alcune delle dichiarazioni rilasciate dalla ministra: “Nessuno contesta la diagnosi dei medici. Ma che una malattia sia inguaribile non vuol dire che la persona non è curabile. Si è applicato il best interest, ovvero il miglior interesse del minore e che noi ovviamente non riteniamo tale. C’era una divaricazione tra il parere della curatrice dell’ospedale e la volontà dei genitori. Perciò si è arrivati davanti a un giudice di tribunale“.
Poi ha continuato dicendo: “Anche in Italia succede così, secondo la legge che ha introdotto le Dat, le dichiarazioni anticipate di trattamento. Quello che chiedevano i genitori di Indi era questo, poter avere un altro parere medico e di poter scegliere il percorso di cura. Il governo ha fatto tutto quello che poteva per salvare Indi.
Con la cittadinanza italiana il console è diventato il rappresentante legale del minore e noi abbiamo chiesto l’applicazione della convenzione dell’Aia. Solo che il tribunale inglese ha continuato a dare ragione ai medici dell’ospedale senza lasciare una seconda possibilità“,