Simone Pillon, avvocato della famiglia Gregory in Italia, ai nostri microfoni in esclusiva dice la sua dopo la morte della piccola Indi.
Si è spenta nella notte tra il 12 e il 13 novembre la piccola Indi. La bambina, affetta da una grave patologia mitocondriale, da venerdì era senza i supporti vitali dopo lo stop autorizzato dal tribunale britannico.
“Io e mia moglie siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna – ha detto il padre Dean subito dopo aver annunciato la morte della figlia di soli 8 mesi – il servizio sanitario nazionale e i tribunale non le hanno dato la possibilità di vivere e la dignità di morire a casa sua. Sono riusciti a prendere il suo corpo, ma non potranno mai prendere l’anima“.
Una morte che ha scosso anche l’Italia. Il nostro Paese è stato in prima linea per provare a portare la piccola al Bambino Gesù. Da Simone Pillon, avvocato della famiglia Gregory in Italia, al premier Meloni, che lo scorso 6 novembre ha consesso a Indi la cittadinanza, hanno fatto di tutto per cercare di salvare la vita alla bimba, ma il tribunale inglese non ha concesso l’autorizzazione al trasferimento perché non era nell’interesse della paziente.
Contattato in esclusiva dalla nostra redazione, Simone Pillon, molto scosso, ha confermato il suo dolore per la scomparsa della piccola Indi e non ha voluto aggiungere altro oltre al post già scritto sul proprio profilo Facebook. “Indy Gregory è morta stanotte all’1:45, uccisa da un sistema che non le ha permesso di venire accolta in Italia e le ha vietato perfino di morire a casa. E’ morta battezzata e martire. Ora dal cielo intercederà per tutti i bambini come lei. I genitori sono affranti e arrabbiati per quanto successo. Il sistema ha voluto il corpo di Indi, ma non avrà la sua anima in Italia, ha detto il papà. Sia monito per chi anche in Italia vuole introdurre norme eutanasiche. La vita e la morte non possono mai essere decise dai burocrati della sanità o dai polverosi tribunali. Specialmente non spetta a loro“.