Secondo l’Autorità di garanzia, lo sciopero generale del 17 novembre non ha i requisiti, ma Uil e Cgil tirano dritto e confermano la mobilitazione.
“Stanno esagerando. In un Paese democratico non è accettabile innescare polemiche e minacciare di andare contro le decisioni del Garante. Si fa perdere di valenza anche la giusta tutela dei lavoratori. Sembra una questione personale e politica”. Così, ai nostri microfoni, il senatore della Lega Gianluca Cantalamessa, capogruppo in Commissione industria, commercio, turismo e Agricoltura a Palazzo Madama.
“Credo che il momento che l’Italia ha passato dopo il Covid, la crisi energetica, il caro-materiali, il conflitto tra Russia e Ucraina prima e ora quello tra Hamas e Israele, imporrebbe a tutti di considerare ciò che unisce e non ciò che separa. In questo momento l’Italia può ripartire. Ci sono alcuni indicatori in questo senso, nonostante lo scenario internazionale non sia ancora del tutto rassicurante”, aggiunge Cantalamessa.
“Lascia esterrefatti che alcuni sindacati – per fortuna non tutti – si ostinino in battaglie di religione anche dopo essere stati sconfessati dal Garante. Un atteggiamento di maturità sarebbe il minimo, anche e soprattutto nell’interesse dei lavoratori”.
Secondo il Garante mancano i requisiti dello sciopero generale, quindi non può essere soggetto a deroghe dalle normative previste nel settore sui servizi pubblici. E riconferma la richiesta di revocare la mobilitazione del trasporto pubblico locale, dei vigili del fuoco e del trasporto ferroviario. “Qualora lo sciopero si facesse nonostante le indicazioni contrarie del Garante, trovo che sia un atteggiamento miope che non tutela i sacrosanti diritti dei lavoratori, ma che mira a tutelare di più singole posizioni di persone che usano il sindacato per fare politica e per questioni personali”, dichiara Cantalamessa.
Ma in che senso Maurizio Landini (Cgil) e Pier Paolo Bombardieri (Uil) usano il sindacato per fare politica? Abbiamo chiesto a Cantalamessa, che ha risposto: “La tutela dei lavoratori, quando c’è l’indicazione del Garante, imporrebbe che lo sciopero si fermi. Voler andare avanti è una decisione personalistica di posizionamento nell’ambito di ragionamenti politici che nulla hanno a che vedere con l’interesse dei lavoratori. E il fatto che altri sindacati non partecipino dimostra che anche nell’ambito delle organizzazioni sindacali non ci sia un accordo. Per carità, è sacrosanto il diritto di difendere nei modi e nei tempi opportuni i propri iscritti. Dubito che in questo caso il pensiero di chi organizza questo sciopero nonostante le indicazioni del Garante sia la tutela degli iscritti”.
Il senatore è in linea col suo partito, che in una nota ha scritto che “la Commissione di garanzia degli scioperi mette in castigo il capriccioso Maurizio Landini”. Ed ha dichiarato: “Credo che il termine capriccio sia quantomai indicato per giustificare questo atteggiamento”.