Il famoso storico israeliano: “Ormai la soluzione dei due Stati è impossibile da raggiungere a mio parere, la comunità internazionale resta in silenzio a operazioni di pulizia etnica”
Una guerra che rischia di essere infinita, anche se l’esercito israeliano ha occupato Gaza e si è fatto fotografare all’interno del parlamento palestinese. E a pensarla così è Ilan Pappè, storico e studioso israeliano che ne ha viste di tutti i colori: “In una tale situazione non puoi presentarti come un occupante liberale, un purificatore etnico progressista o un colonizzatore benigno, né assicurare a queste persone piena indipendenza e uno Stato o garantire loro eguale cittadinanza. Questa è occupazione e colonizzazione“. Pappé, è conosciuto nel suo paese ed è uno di quelli che non ha mai avuto paura di prendere determinate posizioni anche e soprattutto contro il governo, a maggior ragione sulle politiche messe in atto da Israele all’interno dei Territori Occupati.
Pappè ha dedicato una vita ai coloni e su questo argomento è uno dei massimi esperti, tanto da essere ritenuto quasi “amico”, comunque non nemico dei palestinesi o della situazione che ci sta da anni in quelle zone.Per lo storico quello che decisero i ministri israeliani nel 1967 “è rimasta fino ad oggi la pietra angolare della politica israeliana per i Territori Occupati“. Ed è anche per questo che sono anni che si batte per questa situazione cercando di educare il popolo israeliano sul tema: “Un compromesso? Non proprio. Il tentativo migliore è stato probabilmente quello di Ehud Olmert, portato avanti poco prima di essere mandato in prigione, di offrire nel 2007 qualcosa di più sostanziale ad Abu Mazen. Avrebbe rappresentato la base di negoziati che non si sarebbero comunque mai tenuti, in quanto la scena politica in Israele cambiò poco dopo“.
Una cosa che ha fatto sempre discutere di Pappè è una sua massima, che lui stesso ammette che non sia proprio sua, ovvero che “il colonialismo dei coloni è una struttura, non un evento“.
Quello che voleva dire Pappè è che “il termine “colonialismo dei coloni” è stato coniato dal famoso e defunto studioso del colonialismo Patrick Wolfe. Intendeva che le principali azioni dei coloni contro la popolazione autoctona costituiscono un processo continuo e derivano dal desiderio costante di abitare il territorio colonizzato senza includere i nativi al suo interno”.