Il numero uno di ‘Azione’ ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “La Verità” dove si è soffermato a parlare di moltissimi argomenti: tra questi quello relativo alla Cgil
Carlo Calenda, leader di ‘Azione‘, ai microfoni del quotidiano ‘La Verità’ in cui ci ha tenuto ad affrontare alcuni argomenti che non sono affatto passati inosservati. In primis, però, ha voluto fare una “tiratina d’orecchie” nei confronti di due giornali della carta stampata molto importanti come ‘La Repubblica‘ e ‘La Stampa‘: “Da quando ho ripreso una battaglia che avevo fatto nel 2020 contro la garanzia statale di 6,3 miliardi. Oggi noi abbiamo gli stabilimenti francesi hanno il doppio dei modelli.
Fiat che ha venduto Grugliasco, stabilimento che io ero che io ero andato a inaugurare con Marchionne, e ha mandato 15 mila lettere di esodi incentivati. Poi Maurizio Landini ha condotto una battaglia contro Marchionne e stava tutti i giorni sui giornali e in tv. Ora gli Elkann hanno comprato Repubblica e non senti più Landini pronunciare le parole Elkann o Stellantis. Hanno trovato il modo perfetto per rabbonire la sinistra e il sindacato. Hanno comprato il principale giornale di sinistra”.
Poi nomina la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein: “In questo caso parliamo di Magneti Marelli. È stata venduta a una società giapponese super indebitata. All’epoca ero al governo Conte 1. Chiesi di bloccare la vendita, i sindacati erano entusiasti. Elkann disse che erano garantiti i posti di lavoro e i brevetti. Oggi Magneti sta chiudendo gli stabilimenti in Italia. Quando la Schlein va davanti ai cancelli non dice agli Elkann che devono assumersi la responsabilità di quello che hanno promesso”.
Poi un pensiero (anche se si tratta di un attacco) nei confronti della Cgil: “Sono un sindacato totalmente politicizzato. Fanno uno sciopero annunciato prima della presentazione della manovra. Perdono credibilità tra gli operai. Hanno perso tantissima rappresentanza, non si occupano più dell’industria”.
Successivamente è passato ad un altro tema importante come quello della manovra, anche in questo caso ne ha per il governo Meloni: “Il taglio del cuneo fiscale andava confermato. Poi i 4 miliardi alla delega fiscale li avrei messi sulla sanità. Per il prossimo anno dobbiamo rinnovare una cifra record sul debito pubblico. Non possiamo contare sulla Bce che invece di comprare dovrà vendere 40 miliardi di titoli”.
Poi la domanda alla premier, Giorgia Meloni: “Le direi di prendere un pezzo di Pnrr, ci fa il piano Industria 4.0 per poter rilanciare gli investimenti privati. Non si sa perché non lo faccia. Ne ho parlato anche con Fitto. Lui mi ha detto sì come Urso, Meloni e Giorgetti, ma non lo hanno fatto”.