Si riaccende la battaglia tra maggioranza e opposizioni sul salario minimo. Una mossa del centrodestra provoca la dura reazione di M5s e sindacati.
Il salario minimo ritorna al centro della discussione politica e lo fa dopo un emendamento presentato dal centrodestra. Come riportato da Il Giornale, i partiti che sostengono l’esecutivo hanno deciso di delegare proprio al governo sia una iniziativa in materia di equa distribuzione che le misure in grado di rafforzare la contrattazione collettiva.
Una decisione che sembra chiudere le porte all’idea di salario minimo avanzato dal centrosinistra e alla possibilità di un confronto per cercare di approvare una misura insieme. Da qui la dura reazione da parte del M5s e dei sindacati.
Le opposizioni non condividono l’emendamento presentato dal centrodestra e il primo a criticare duramente la maggioranza è proprio Giuseppe Conte: “Umiliano il Parlamento. Lo fanno per perdere tempo e sfiammare questa ondata che si è alzata nel Paese“. Critiche molto dure anche dai sindacati con Maurizio Landini, segretario della Cgil, che si è ormai rassegnato: “Il salario minimo non lo faranno mai“. E questo tema molto probabilmente sarà affrontato anche nel discorso di oggi a conclusione della manifestazione a Roma contro il governo e la manovra.
Da parte del Pd non sono mancate critiche, ma ancora Elly Schlein non ha commentato ufficialmente questo emendamento. La segretaria dem, che nelle scorse ore ha rifiutato il confronto con il premier Meloni ad Atreju, potrebbe già in questa giornata ritornare sulla decisione presa dal centrodestra per quanto riguarda il salario minimo.
Gli attacchi, come detto, non sono mancati, ma la replica da parte del governo è stata immediata. Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera, ha risposto così alle critiche arrivate dal centrosinistra: “Avrebbero dovuto occuparsi di lavoro povero quando erano al governo“. La tensione, comunque, resta alta e il salario minimo continuerà ad essere un tema di scontro ancora per diverso tempo.